venerdì 16 dicembre 2011

Rapporto sugli abusi nella Chiesa in Olanda. Vescovi: vergogna e dolore, giustizia per vittime. Assumere ogni misura della legge ecclesiale e civile

I vescovi dell'Olanda e i leader degli ordini religiosi sono "scioccati" dagli abusi sessuali sui minori compiuti dal 1945 al 2010 dal clero dei Paesi Bassi, rivelati oggi dalla Commissione Deetman, ed esprimono "vergogna e dispiacere" in un comunicato diffuso in contemporanea in Olanda e dalla Sala Stampa vaticana. Sono numerose decine di migliaia i minori che "hanno subito abusi sessuali da ecclesiastici della Chiesa Cattolica olandese tra il 1945 e il 2010: circa 800 presunti responsabili di abusi sono stati identificati, e almeno 105 sono ancora in vita", emerge dalle conclusioni della commissione d'inchiesta indipendente creata ad hoc per fare luce sugli episodi di pedofilia e presieduta dall'ex primo ministro Wim Deetman. Dal 1945 al 1981 sono stati abusati sessualmente nelle istituzioni della Chiesa Cattolica olandese tra i 10mila e i 20mila bambini, con tipologie di abuso che spaziano dai palpeggiamenti a "diverse migliaia" di stupri. Il report peraltro precisa che non è corretta l'idea che la pedofilia sia un problema esclusivo della Chiesa perché "l'abuso sessuale dei minori avviene ampiamente nella società olandese". I vertici della Chiesa, tuttavia, hanno "sottovalutato" il problema sino al 2010. La Conferenza Episcopale olandese e la Conferenza dei religiosi olandesi esprimono inoltre "profondo rammarico" per l'insabbiamento dei casi da parte dei vertici ecclesiastici negli anni passati, condannano la cultura del silenzio che ha circondato gli abusi e sottolineanto che "ancora molto può essere fatto" per aiutare le vittime. "Condanniamo con forza ogni genere di abuso sessuale, perché è diametralmente opposto alla dignità della persona umana e al Vangelo", si legge nella nota. "Non c'è posto per tali pratiche nella nostra Chiesa. Su questo non ci possono essere errori. Per questo assumeremo ogni misura prevista dalla legge ecclesiale e civile quando c'è ogni sospetto di abuso sessuale. I pubblici ministeri verranno informati in base alla legge olandese quando c'è ogni sospetto di un'offesa perseguibile. Ci impegnamo ad agire così in tutti i casi futuri". "Il rapporto di indagine nota che la Chiesa aveva una cultura nella quale nessuno parlava di sessualità o di abusi sessuali", si legge nella nota. "Né i tempi né le circostanze possono giustificare la terribile sofferenza causata ai bambini e alle loro famiglie". In questo senso, i vescovi e i religiosi olandesi promettono di lavorare "per rendere più facile parlare degli abusi sessuali. Verranno preparati inequivocabili codici di comportamento; si darà maggior peso ai programmi preventivi nella preparazione al ministero". I vertici ecclesiastici si impegnano inoltre a "fare giustizia alle vittime, a ricreare il loro rispetto e ad aiutarli a guarire nella misura del possibile", ma sottolineano che le attuali procedure non bastano: "Può essere fatto ancora molto per aiutare le vittime e vogliamo contribuire personalmente a ciò". La nota mette in evidenza, ancora, che gli abusi sono stati tanto più riprovevoli perché "i genitori credevano di aver affidato i loro figli a istituzioni sane e a preti e religiosi onorevoli. Oltre a quel che ha fatto ai bambini, l'infrazione della fiducia ha colpito anche i parenti. Anche a loro offriamo le nostre scuse". Ai sentimenti di rammarico e di profonda vergogna espressi dalla Conferenza Episcopale olandese e dalla Conferenza dei religiosi olandesi si associa completamente il card. Adrianus Johannes Simonis, arcivescovo emerito di Utrecht: con loro, il cardinale deplora quanto avvenuto che, scrive in una nota, mai sarebbe dovuto accadere e rivolge le sue scuse alle vittime. “Dal punto di vista di governo, afferma poi, risulta che anche sotto la mia responsabilità non si sia agito in modo adeguato in un certo numero di casi. Me ne rammarico moltissimo”. Il cardinale fa riferimento in particolare alle proprie “infelici” parole dette in un’intervista nel marzo 2010 quando alla domanda se i vescovi olandesi erano a conoscenza di casi di abusi negli istituti aveva risposto di no. Dal rapporto risulta invece che nella Conferenza Episcopale se ne era parlato, prima però della sua nomina a vescovo. Inoltre risulta che egli abbia ammesso al sacerdozio o incaricato in ambito pastorale persone che si sono rese colpevoli di abusi sessuali. Il porporato si dice gravemente deluso nella fiducia che aveva riposto in queste persone, ma si chiede anche se egli stesso non sia stato troppo ingenuo. Il card. Simonis si dice pronto a offrire i suoi servizi ai vescovi dell’Olanda per il pieno superamento di una pagina tanto nera nella vita della chiesa locale. “Prego Dio, conclude, perché l’inchiesta aiuti la guarigione delle vittime e spinga gli uomini di Chiesa ad una purificazione interiore”.

TMNews, Radio Vaticana

Testo della dichiarazione dell’Episcopato olandese dopo la pubblicazione del Rapporto Deetman

La deriva olandese, da Chiesa modello allo scandalo pedofilia