martedì 3 aprile 2012

Il Papa, la Chiesa e gli scandali: tra cronaca e storia. Pietro ha rinnegato Cristo tre volte, eppure continua a essere la 'roccia' su cui poggiarsi

Papa Benedetto XVI festeggerà in questo mese sia il suo 85° compleanno (16 aprile), sia il settimo anniversario dell’elezione al Soglio pontificio (tre giorni dopo): lo farà, presumiamo, con non poche preoccupazioni e amarezze. Negli ultimi anni, infatti, con una frequenza impressionante si sono verificati nella Chiesa eventi deplorevoli: dai numerosi casi di preti pedofili alle operazioni finanziarie scorrette o disoneste, alle divisioni e ai veleni vaticani, ormai di pubblico dominio dopo la "fuga" di documenti riservati. Dov’è oggi la profezia della Chiesa? Non crediamo affatto a un piano orchestrato dai "nemici della Chiesa", come alcuni sostengono. Più semplicemente è necessario che la Chiesa, anziché atteggiarsi a vittima o arroccarsi sulla difensiva, si apra a un umile esame di coscienza, si penta pubblicamente e accetti la purificazione. È lo stesso Benedetto XVI a esortarla in questo senso: "Non solo da fuori vengono attacchi al Papa e alla Chiesa - diceva già nel 2010 -. La più grande persecuzione della Chiesa non viene dai nemici fuori, ma nasce dal peccato nella Chiesa. E quindi la Chiesa ha profondo bisogno di re-imparare la penitenza, di accettare la purificazione". Tuttavia, le critiche alla Chiesa e al Papa, contenute ad esempio in ricostruzioni che in questo periodo riempiono giornali, libri e siti web, hanno un grave limite: si fermano alla "cronaca" e non colgono il senso della "storia". La lettura della realtà che offrono spesso è vera, ma parziale. I fatti vengono narrati senza tener conto del più alto insegnamento del Papa, delle grandi Encicliche e dei discorsi di sette anni intensi di Magistero pontificio. Il recente volume nel quale il gesuita Bartolomeo Sorge, già direttore di Popoli, risponde alle domande spesso scomode di Aldo Maria Valli ("Oltre le mura del tempio", Paoline), è un esempio di come sia possibile una lettura profetica non parziale della difficile "cronaca" ecclesiale di oggi. Come spiega padre Sorge, il senso di un Pontificato non si può cogliere isolando la figura di un singolo Papa. La sua missione, infatti, trascende la persona che di volta in volta la incarna e va vista all’interno della storia della Chiesa. Per dare un giudizio su Papa Luciani, ad esempio, non ci si può limitare alla "cronaca" dei 33 giorni di Pontificato; va visto in continuità con Giovanni XXIII e Paolo VI che lo hanno preceduto e con Giovanni Paolo II che gli è succeduto; solo così, al di là di ogni "cronaca" brillante e curiosa, si vedrà che quei 33 giorni sono "storia", hanno cambiato il modo di "fare" il Papa. Se poi, come è necessario, ci sforziamo di considerare un Pontificato anche sul piano della fede, allora gli errori e i limiti umani non fanno che confermare la presenza del divino nell’umano. È questo, del resto, l’aspetto più "sconcertante" della storia della Chiesa: San Pietro, primo Papa, non è inciampato soltanto nell’uno o nell’altro "incidente di cronaca", sempre deplorevoli e che andrebbero attentamente previsti ed evitati!, ma ha rinnegato Cristo tre volte. Eppure continua a essere la "roccia" su cui poggia la Chiesa. La quale, nonostante tutto, continua a essere Madre di santità e Maestra di verità. Questa è la "storia", al di là della "cronaca".

Popoli