Nei saluti in varie lingue, dopo la recita della preghiera dell'Angelus, Benedetto XVI in francese ha rammentato che “nell’amare Dio, l’Unico, e nell’amare il nostro prossimo come noi stessi, noi costruiamo l’armonia e la pace nelle nostre famiglie, nelle nostre comunità e nei nostri paesi. Possiate voi così mettere l’amore al centro della vostra vita”. Di qui l’invito: “Prendete ogni giorno del tempo per leggere e meditare la Parola di Dio. Come per i Santi essa sarà la luce dei vostri passi e la gioia del vostro cuore”. In inglese ha affermato che “Gesù ci insegna che chi ama il Signore con tutto il cuore, l’anima, la mente e la forza non è lontano dal Regno di Dio”. In tedesco, ha sottolineato: “Nel Vangelo di questa domenica Gesù parla del rapporto dell’uomo con Dio. L’uomo deve orientarsi alla luce dell’amore di Dio. È importante che ci allontaniamo dall’oscurità del peccato e dell’angoscia che cerca sempre di riassorbirci. Nella luce del suo amore, diventa per noi chiaro che siamo immagine di Dio e impariamo a riconoscere anche negli altri questa immagine e ad amarli. Questo è il segno di riconoscimento del Regno di Dio in questo mondo al quale ci chiama tutti. Egli ci aiuti a essere testimoni suoi e del suo amore, che trasforma tutte le relazioni umane”. Salutando, poi, i membri del Terz’Ordine Francescano provenienti dalla Slovenia, ha auspicato: “Il vostro pellegrinaggio vi sia d’incoraggiamento affinché siate sempre ed ovunque testimoni gioiosi dell’amore di Dio”. In polacco ha sostenuto: “Il Vangelo di oggi ci ricorda il comandamento dell’amore di Dio sopra ogni cosa e del prossimo almeno nella misura dell’amore di se stesso. Questa non è un’imposizione, ma un invito a vivere nella luce dell’eterno amore di Dio, che dà la gioia e la pace nella realtà temporale e la sicura speranza della felice eternità. Quest’amore dimori sempre nei nostri cuori”.
SIR
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