lunedì 21 gennaio 2013

Nella memoria di Sant’Agnese presentati al Papa gli agnelli benedetti la cui lana servirà a confezionare i pallii che il 29 giugno di ogni anno il Papa impone ai nuovi arcivescovi metropoliti

Per la Chiesa, il 21 gennaio è la memoria liturgica di Sant’Agnese e, da antica tradizione, anche il giorno in cui vengono presentati al Papa gli agnelli benedetti: la loro lana servirà a confezionare i sacri pallii, ovvero le insegne che il 29 giugno di ogni anno il Pontefice impone ai nuovi arcivescovi metropoliti. Anche quest’anno, poco dopo mezzogiorno, la cerimonia ha avuto luogo nel Palazzo apostolico e i due agnelli presentati a Benedetto XVI riportano alla mente il martirio della Santa, cui il Papa aveva dedicato lo scorso anno un ritratto spirituale. Roma, 21 gennaio 305, Stadio di Domiziano, la futura Piazza Navona. La Città eterna si prepara ad assistere a un altro bagno di sangue. Da un paio d’anni, l’imperatore Diocleziano ha deciso di sterminare una volta per tutte i cristiani. La persecuzione è all’insegna della violenza più feroce. Quel 21 gennaio, in catene c’è una ragazzina di 12-13 anni. La sua colpa, oltre al fatto di essere cristiana, è di non voler rinunciare alla sua scelta di fedeltà a Gesù fatta nella castità. I carnefici tentano di tutto per farla cedere, invano. Alla fine, a spezzarle la vita è uno svelto colpo di spada, inferto come si faceva al tempo con gli agnelli. Questa è in sostanza la vicenda di Sant’Agnese, secondo le fonti antiche e al netto di qualche discordanza storiografica. Ciò su cui la Chiesa non ha invece dubbi è sulla straordinaria tempra di fede dimostrata dalla martire, come sottolineò lo scorso anno Benedetto XVI: “Martirio – per sant’Agnese – ha voluto dire la generosa e libera accettazione di spendere la propria giovane vita, nella sua totalità e senza riserve, affinché il Vangelo fosse annunziato come verità e bellezza che illuminano l’esistenza. Nel martirio di Agnese, accolto con coraggio nello stadio di Domiziano, splende per sempre la bellezza di appartenere a Cristo senza tentennamenti, affidandosi a Lui”. Nel suo martirio, aveva osservato il Papa, “Agnese sigilla anche l’altro elemento decisivo della sua vita, la verginità per Cristo e per la Chiesa”: “Il dono totale del martirio è preparato, infatti, dalla scelta consapevole, libera e matura, della verginità, testimonianza della volontà di essere totalmente di Cristo. Se il martirio è un atto eroico finale, la verginità è frutto di una prolungata amicizia con Gesù maturata nell’ascolto costante della sua Parola, nel dialogo della preghiera, nell’incontro eucaristico. Agnese, ancora giovane, aveva imparato che essere discepoli del Signore vuol dire amarlo mettendo in gioco tutta l’esistenza”. Il prossimo 29 giugno, Benedetto XVI imporrà i sacri pallii ai nuovi arcivescovi metropoliti. Il rito si svolgerà in un’altra piazza di Roma, anch’essa teatro di martirio: Piazza San Pietro. Tutt’altro che una casualità perché, come affermò il Papa, “questa nostra Città è fondata anche sull’amicizia per Cristo e la testimonianza del suo Vangelo, di molti dei suoi figli e figlie. La loro generosa donazione a Lui e al bene dei fratelli è una componente primaria della fisionomia spirituale di Roma”.

Radio Vaticana

PRESENTAZIONE DEGLI AGNELLI BENEDETTI NELLA FESTA LITURGICA DI SANT’AGNESE

Discorso alla Comunità dell’Almo Collegio Capranica di Roma (20 gennaio 2012)