giovedì 3 gennaio 2013

Passo in avanti della Santa Sede verso la trasparenza finanziaria: approvate nuove norme per lo scambio internazionale di informazioni. Verso l'adesione al Gruppo Egmont, la rete globale delle Unità di Informazione Finanziaria

Continua il percorso della Santa Sede nella lotta al riciclaggio e al finanziamento del terrorismo. Dal 17 dicembre sono entrate vigore due modifiche alla normativa antiriciclaggio dello Stato della Città del Vaticano, approvate il 14 dicembre dalla Pontificia Commissione per lo Stato di Città del Vaticano. Le modifiche (che riguardano gli articoli 2 septies e 41 della Legge n. 127) permettono all’AIF di stipulare dei protocolli di intesa con analoghe autorità di altri Stati senza il nulla osta della Segreteria di Stato. La nuova legge (la n. CLXXXV del 2012) favorisce ulteriormente la cooperazione e lo scambio internazionale di informazioni. Un grande passo della Santa Sede, anche in vista dell’adesione dell’AIF al Gruppo Egmont, la rete globale delle Unità di Informazione Finanziaria. Una procedura, quella dell’ingresso dell’Egmont, che colloca sempre più la Santa Sede nel circuito dei Paesi credibili in tema di trasparenza finanziaria. È presso l’Hotel Egmont di Bruxelles che nel 1995 si riunirono per la prima volta le Unità di Informazione Finanziaria di tutto il mondo. Lo scopo del gruppo è di fornire un tavolo per le FIU (Financial Intelligence Unit) per implementare la cooperazione nella lotta contro il riciclaggio e il finanziamento al terrorismo, e di sviluppare il miglioramento dei programmi di ciascuno Stato. L’AIF aveva cominciato da tempo la procedura per essere accolto nell’Egmont Group, continuando con forza il suo percorso verso l’adesione agli standard internazionali sul contrasto al riciclaggio e al finanziamento al terrorismo. Già a luglio, nel rapporto MONEYVAL – il Comitato del Consiglio d’Europa che valuta l’aderenza agli standard dei Paesi membri – era chiaramente scritto che la Santa Sede si stava muovendo in tal senso . Al punto 30 del rapporto, si legge infatti che “l’Autorità di Informazione Finanziaria sta seriamente considerando di unirsi al Gruppo Egmont e ha già fatto i primi passi per iniziare la procedura di ingresso tra i membri che le permetterebbe di cooperare direttamente con altre Unità di Informazione Finanziaria nell’Egmont Group, in accordo con i principi Egmont”. Il rapporto di MONEYVAL, il Comitato del Consiglio d’Europa che valuta l’aderenza agli standard dei Paesi membri, offriva, del resto, l’immagine di una realtà in movimento. Molto era stato fatto con le modifiche alla Legge n. 127. Modifiche sostanziose, che avevano già a suo tempo dimostrato come la Santa Sede avesse preso con decisione la strada indicata dai valutatori di MONEYVAL. Per quanto le valutazioni del Rapporto MONEYVAL fossero in linea di massima positive (9 valutazioni positive sulle 16 Raccomandazioni GAFI essenziali, risultato peraltro non molto distante da quello ottenuto dall'Italia nello stesso grado di valutazione, e cioè 11 valutazioni positive su 16), rimanevano molte questioni aperte nel rapporto di MONEYVAL. Tra le altre cose, il Rapporto segnalava che l’Autorità di Informazione Finanziaria era limitata nella sua capacità di scambiare informazioni con altre Unità di Informazione Finanziaria. La situazione è cambiata con le modifiche approvate venerdì dalla Pontificia Commissione per lo Stato della Città del Vaticano, ovvero il legislatore vaticano. Piccoli ritocchi della Legge n. 127, ma dal notevole impatto. Cambia infatti il comma 7 dell’articolo 2 septies, che nella vecchia versione prevedeva che: “L’Autorità di Informazione Finanziaria, con il nulla osta della Segreteria di Stato, stipula Protocolli d’intesa con analoghe Autorità di altri Stati ai fini dello scambio di informazioni relative a transazioni sospette di riciclaggio o di finanziamento del terrorismo”. Nella nuova versione, non è più previsto il nulla osta della Segreteria di Stato, che resta comunque l'Autorità competente per la politica estera e il coordinamento della politica interna, anche in materia di antiriciclaggio. Cambia inoltre l’articolo 41, che nella nuova versione rende più ampio lo spettro dello scambio internazionale di informazioni, non limitato alle sole transazioni sospette, ma più in generale alla prevenzione e alla lotta del riciclaggio e al finanziamento del terrorismo. Un ulteriore passo della Santa Sede insomma nella costruzione di un sistema antiriciclaggio solido e credibile e proiettato nel lungo periodo, e che come tale dovrebbe essere accolto con favore sia da MONEYVAL, sia dalle giurisdizioni, come ad esempio l’Italia, che guardano con molto interesse al percorso intrapreso Oltretevere.

Andrea Gagliarducci, Korazym.org