domenica 11 gennaio 2009

Benedetto XVI celebra nella Cappella Sistina "con le spalle rivolte al popolo". Il significato del gesto spiegato da mons. Marini

Dopo aver impartito il Battesimo a 13 bambini, Benedetto XVI ha celebrato questa mattina la Santa Messa nella Cappella Sistina dando le spalle ai fedeli. Il Papa lo aveva già fatto un anno fa in occasione della analoga Celebrazione con battesimi. Una decisione, è stato spiegato su L'Osservatore Romano dal Maestro delle Cerimonie Liturgiche Pontificie, mons. Guido Marini, presa per non alterare la bellezza della Sistina "costruendo un palco artificiale posticcio". "Anche quest'anno - aveva tenuto a chiarire mons. Marini - sarà utilizzato l'altare proprio della Cappella Sistina. Si celebrera' nuovamente all'altare antico per non alterare la bellezza e l'armonia di questo gioiello architettonico, preservando la sua struttura dal punto di vista celebrativo e usando una possibilita' contemplata dalla normativa liturgica. Cio' significa - aveva precisato - che in alcuni momenti il Papa, insieme con i fedeli, si rivolgerà verso il Crocifisso, sottolineando così anche il corretto orientamento della Celebrazione Eucaristica: l'orientamento al Signore. Per il resto la celebrazione avrà il consueto svolgimento e il Santo Padre donera' il sacramento del Battesimo a tredici bambini". In un'intervista a Il Tempo, lo stesso mons. Marini aveva poi aggiunto che "la Cappella Sistina è uno scrigno di tesori e sembrava una forzatura alterarne la bellezza costruendo un palco artificiale, posticcio". Del resto "nel rito ordinario, questo celebrare "con le spalle rivolte al popolo", è una modalita' prevista. Però sottolineo: non si voltano le spalle ai fedeli, bensì celebrante e fedeli sono rivolti verso l'unico punto che conta che è il crocifisso". Secondo il Maestro delle Cerimonie Pontificie la maggior cura che il Papa ha sollecitato nella preparazione delle liturgie non corrisponde "ad una operazione di restyling liturgico ma a qualcosa di più profondo nella linea della continuità, non della rottura. C'e' uno sviluppo nel rispetto della tradizione".