mercoledì 7 gennaio 2009
Il card. Bertone: stiamo trattando per liberare le suore rapite in Kenya. L'appello del Papa nell'Angelus di Santo Stefano
Suor Caterina Giraudo e suor Maria Teresa Olivero, 67 e 61 anni, missionarie dell’ordine di Charles de Foucauld, rapite nel novembre scorso da un gruppo di uomini armati a El-Wak, in Kenya e subito trasferite in territorio somalo, starebbero per essere liberate. Questo, almeno, è l’auspicio del cardinale Segretario di Stato, Tarcisio Bertone: «Ci sono stati dei contatti - ha confermato il porporato nel corso di in visita al santuario del Gesù Bambino di Praga di Arenzano -, anche telefonici. Speriamo che la liberazione sia vicina. Queste due donne sono il segno di un impegno della Chiesa in frontiera, e soprattutto un segno di mediazione, di aiuto allo sviluppo di tutti senza distinzioni di etnia o di religione». Dichiarazioni di peso, perchè pronunciate dal massimo esponente della diplomazia e del governo della Santa Sede. Le parole di Bertone seguono a quelle pronunciate da Benedetto XVI subito dopo il Natale, nell'Angelus di Santo Stefano: «Dio tocchi il cuore dei rapitori - aveva detto Papa Ratzinger - siano liberate quanto prima le suore italiane rapite in Kenya da oltre un mese e mezzo. Cari fratelli e sorelle, vi invito tutti a pregare. La nostra solidale preghiera sia in questo momento per tutti di intimo, spirituale aiuto». Dunque, due interventi che, secondo gli osservatori, potrebbero anche significare che il momento tanto atteso della liberazione sia ormai vicino.Che un certo ottimismo serpeggi al di là del “portone di bronzo” lo si evince anche da quanto reso noto nei giorni scorsi da don Fredo Olivero, responsabile dell’ufficio “Migranti” della Curia torinese e fratello di suor Maria Teresa. Don Fredo avrebbe riferito di aver avuto una conversazione telefonica, se pur breve, con la sorella e di confidare concretamente in una prossima liberazione. Le trattative sarebbero giunte ad una svolta, tanté che Margherita Boniver, sottosegretario agli Esteri, parte proprio oggi per l’Africa, a capo di una delegazione italiana, con il compito di chiudere il negoziato con i rapitori. «Stiamo trattando - ha confermato Boniver - ma non intendiamo entrare nei particolari. Per giungere al fine tanto auspicato ora è necessario il silenzio». Sui tempi per la liberazione, il sottosegretario si augura che possano essere brevi, come sperano tutti coloro che in questi giorni hanno partecipato alle iniziative di preghiera a Natale e San Silvestro e alla fiaccolata della pace del pomeriggio di Capodanno a Boves. La missione della Boniver è delicata, perché al confine con il Kenya agiscono da anni bande estremiste somale e si vive in una situazione di oggettivo pericolo. Anche la notizia della richiesta di un riscatto di 2 milioni di dollari, ovviamente non confermata, ha alimentato speranze ma anche ulteriori preoccupazioni.