Un “buon pastore” per il popolo ortodosso russo e un “partner del dialogo”. Questi gli auspici del card. Walter Kasper, riguardo alla elezione del nuovo Patriarca di Mosca e di tutte le Russie che avverrà a fine gennaio. Il porporato - soffermandosi sulla situazione ortodossa russa - ha detto: “Spero che eleggano un Patriarca che sia un buon pastore per il suo gregge. Penso che questa sia la cosa più importante. La Russia si trova in una situazione difficile e hanno bisogno di un pastore. Il mio desiderio poi è di avere un Patriarca che sia un partner del dialogo perché la Russia è un paese molto importante per l’Europa e la Chiesa ortodossa di Russia è la più grande chiesa ortodossa e noi siamo interessati ad andare avanti con loro. Spero così che sia un Patriarca con il quale si possa dialogare in rispetto anche delle differenze che ci sono. Abbiamo molto migliorato i nostri rapporti e ora li vogliamo approfondire”.
“Preoccupati” ma anche “decisi a non fermare il dialogo”. Con questo stato d’animo, il cardinale sta seguendo le evoluzioni che stanno emergendo nella Comunione anglicana. Dal 9 al 13 febbraio, al Sinodo Generale della Chiesa d'Inghilterra verranno presentate una serie di proposte concrete che dovrebbero appianare la strada alla controversa nomina di donne vescovo. “Il dialogo con gli anglicani – dice a questo proposito il card. Kasper - è andato molto bene, è avanzato tanto e adesso viviamo un periodo di difficoltà. L’ordinazione delle donne all’episcopato crea problemi anche interni all’anglicanesimo. Ci sono spaccature e divisioni interne che non facilitano il dialogo. Siamo quindi preoccupati anche per questo ma decisi a non interrompere il dialogo. Se ci sono difficoltà, si deve parlare. Sulle difficoltà non fa mai bene interrompere il dialogo. La Comunione anglicana è al momento in una situazione difficile, forse hanno anche bisogno del nostro aiuto”. Con l’arcivescovo di Canterbury Rowan Williams - aggiunge Kasper -, “abbiamo un rapporto ottimo. Lui è un teologo di grande fama. E’ un uomo molto spirituale e aperto. Ci sono difficoltà nella comunione anglicana per cui speriamo che le possano superare e che non ci siano nuove divisioni. Il dialogo continua”.