lunedì 16 marzo 2009
Il Papa in Camerun e Angola. Padre Ianeselli, missionario a Yaoundè: ci aspettiamo parole di pace e riconciliazione per tutta l'Africa
“Per i camerunesi è un onore accogliere il Papa per la terza volta. Ci aspettiamo parole di riconciliazione e di pace per il Camerun e per tutta l’Africa”. A parlare, alla vigilia del viaggio del Papa in Camerun ed Angola è padre Sergio Ianeselli, missionario della Congregazione dei Figli dell’Immacolata Concezione (Idi), che vive da 36 anni nella capitale Yaoundè (foto), dove dirige l’associazione "Promhandicap". E’ la terza volta che un Papa si reca in Camerun e sarà il primo viaggio di Benedetto XVI nel continente africano. “Lo aspettiamo tutti con gioia – dice il missionario in una intervista all'agenzia SIR -. Nel ’95 a Yaoundè Giovanni Paolo II ha emanato il documento “Ecclesia in Africa”. Perciò la preparazione del prossimo Sinodo per l’Africa partirà di nuovo da qui. Ci aspettiamo dal Papa parole di riconciliazione per il Camerun e per tutta l’Africa. Riconciliazione tra i cattolici all’interno del Paese, perché c’è qualche diocesi che ha problemi finanziari, come quella di Yaounde. Poi è necessaria la riconciliazione con i musulmani, perché dopo l’11 settembre la situazione di pace e convivenza pacifica è cambiata. Ora c’è più paura, ci sono problemi di confini, di matrimoni misti. Temiamo che succeda come in Nigeria, dove ci sono conflitti tra cristiani e musulmani”. Per padre Ianeselli è anche necessaria una “riconciliazione con la politica” visto che in Camerun “c’è un presidente al potere da 26 anni e non accenna a andarsene. La Chiesa, tramite la voce del card. Christian Tumi, arcivescovo di Douala, non perde occasione di dire che è ora di cambiare”. Altra situazione delicata – aggiunge – “è il concordato tra Stato e Chiesa: ci sono congregazioni recenti e università cattoliche che non sono state ancora riconosciute dal governo”. Padre Ianeselli ricorda che in Camerun la situazione sociale “negli anni è peggiorata”: “C’è tantissima povertà, tanta gente senza casa, che vive di espedienti. Ci sono enormi disuguaglianze sociali: ville bellissime e accanto tanta miseria. La classe media è stata distrutta. Abbiamo tante bidonville senza servizi igienici, senza scuole. I bambini sono abbandonati a se stessi. A Yaoundeè, su 2 milioni di abitanti la metà vive sicuramente sotto la soglia della povertà”. Il Papa incontrerà anche le persone disabili nel centro costruito dal card. Paul Emile Léger, poi ceduto allo Stato. Per l’occasione il missionario chiede al governo che “si interessi veramente ai problemi del mondo della disabilità”. “Il 10% della popolazione è disabile, a causa della povertà, della mancanza dei servizi – precisa -. Abbiamo tanti sordomuti, ciechi, tanti cerebrolesi. Allora è compito dello Stato costruire i foyer, le scuole”.