“Il viaggio apostolico di Benedetto XVI in Israele, in questo momento, esprime il legame tra il nostro Paese e la Santa Sede, tra il cristianesimo e l’ebraismo”. Lo ha dichiarato, Shaul Zemach, direttore generale del ministero del Turismo israeliano, che in una intervista all'agenzia SIR, fa il punto sui preparativi del viaggio del Papa in maggio. “Il legame tra popoli e religioni - ha spiegato il direttore generale - trasmette l’idea che questo viaggio potrà essere un ponte per la pace, impegno per il quale il Papa e l’intera Santa Sede si spendono quotidianamente”. Per organizzare al meglio il viaggio, “secondo le indicazioni del Vaticano”, il Governo “ha nominato una amministrazione interministeriale. Tra gli incarichi quello di assicurarsi che le Messe che verranno celebrate siano ben organizzate a livello infrastrutturale”. “A Gerusalemme - sottolinea Zemach - per la prima volta si celebrerà una Messa all’aperto, nella valle del Cedron. Per l’occasione speriamo nella diretta televisiva. Per questa, tuttavia, bisognerà attendere la decisione vaticana”. Ma gli impegni della amministrazione israeliana non si fermano qui: “per i giornalisti accreditati, ne attendiamo circa 1000, oltre ai 70 del volo papale, abbiamo organizzato escursioni e visite ai luoghi santi e a quelli storici di Israele, che potranno avvenire solo al termine del programma giornaliero della visita papale”. “Fra due settimane, inoltre, verrà attivato un sito web attraverso il quale si potrà seguire ogni momento della visita, discorsi, programma, foto e questo non si limiterà solo ai giorni del viaggio ma seguirà anche nei mesi seguenti fatti ed eventi che da esso scaturiranno”. A tale riguardo si stanno programmando “pellegrinaggi per giovani, sia a piedi che in bicicletta, con itinerari che vanno dalla Galilea al Neghev, con momenti dedicati a cultura, sport e tradizioni”. Sui possibili disagi che potranno, invece, verificarsi a Gerusalemme il direttore generale non ha dubbi: “Benedetto XVI è gradito ospite del nostro Paese e gli abitanti di Gerusalemme ne sono orgogliosi. Essi faranno il possibile per affrontare i disagi temporanei che potranno verificarsi in quei giorni”.
Un servizio assistenza e benvenuto ai pellegrini che giungono all’aeroporto di Ben Gurion, a Tel Aviv, l’assistenza alle frontiere, un ufficio di rappresentanza al passaggio di Betlemme e una linea telefonica 24 su 24 per rispondere ad ogni esigenza dei fedeli. E’ quanto sta mettendo in campo il Ministero del Turismo israeliano per i pellegrini in arrivo in Terra Santa, anche in vista del prossimo viaggio apostolico di Benedetto XVI. “Si tratta di misure già in vigore da tempo ma che vogliamo ulteriormente incrementare e far conoscere” spiega al SIR Noga Sher-Greco, consigliere del direttore generale del Ministero del turismo di Israele, parlando a margine di un incontro, ieri sera a Gerusalemme, con una delegazione di giornalisti e sacerdoti guidata dalla Brevivet di Brescia. “Stiamo anche ammodernando alcuni luoghi importanti come ‘il buon samaritano’ e ‘il luogo del battesimo di Giovanni battista sul Giordano’ che speriamo possano essere inseriti all’interno degli itinerari dei pellegrinaggi”. Sher-Greco ha poi fornito alcuni dati sul flusso dei pellegrini, in particolare degli italiani: “nel 2008 sono arrivati 125 mila italiani, con un aumento del 54% rispetto al 2007. Speriamo che questa tendenza sia di buon auspicio per il futuro. Consideriamo i pellegrini come un ponte per la pace”.