Una catena di preghiera “per Benedetto XVI, affinché il suo prossimo viaggio pastorale in Terra Santa porti frutti di rinnovamento spirituale, pace e stabilità”. E’ l’iniziativa delle religiose dei vari Istituti e congregazioni presenti tra Gerusalemme e Betlemme che in questo modo si preparano ad accogliere il Papa nella sua tappa in Israele e Territori palestinesi. “Ogni giorno, alle ore 18, - ha spiegato al SIR suor Sara, brigidina indiana, di Kerala, da 2 anni a Betlemme - ognuna di noi, nel luogo in cui si trova, interrompe la propria attività e recita un Padre Nostro. Si crea così una catena di preghiera che speriamo possa abbracciare il Pontefice e rendere questo viaggio fruttuoso. I cristiani di qui lo aspettano con ansia, hanno desiderio di ascoltare parole di conforto, di coraggio e di stimolo ad andare avanti nonostante tutti i problemi”. “La mancanza di pace e di certezza nel futuro - ha affermato la religiosa - non può trovare nell’emigrazione una soluzione. I cristiani stanno lasciando questa terra per questo c’è bisogno di incoraggiarli. I pellegrinaggi possono dare loro una mano in quanto stimolano lavoro ed economia, pure necessari e vitali, ma serve anche il conforto della fede. Ecco allora la preghiera e l’intercessione”. “Il Papa sa bene queste cose - ha concluso - per questo siamo certi che questa visita rappresenta una infusione di fede e coraggio”.
martedì 24 marzo 2009
Il Papa in Terra Santa. Le religiose di Haifa e di Betlemme si preparano a incontrare Benedetto XVI
“Il prossimo viaggio apostolico di Benedetto XVI sarà una benedizione per tutto Israele, in ogni sua componente, ebraica, cristiana e musulmana”. Ne sono convinte le suore di clausura del Carmelo Stella Maris di Haifa che con l’arrivo del Papa si vedono “esaudire una preghiera”. “Da anni aspettavamo il ritorno del Pontefice di Roma - ha detto al SIR la superiora suor Maria Giuseppina - e adesso ci siamo vicine. Ora speriamo di vederlo da vicino e non solo in televisione”. “E’ possibile che il Papa possa incontrare a Nazareth i religiosi e le religiose di questa terra - ha spiegato la carmelitana - ma non sappiamo ancora se sarà possibile o se l’incontro si limiterà ad alcuni rappresentanti. Aspettiamo di sapere qualcosa di preciso a riguardo”. Intanto la comunità di suore, 21 in tutto tra italiane, peruviane, brasiliane, slovacche, croate e dalle Mauritius, ha intensificato la preghiera con l’intenzione, la stessa dal 1892, quando fu fondato il Carmelo, che “le chiese separate giungano alla piena unione e Israele alla pienezza della sua vocazione di popolo eletto. Vogliamo essere segno di comunione in questa terra e sentiamo molta simpatia verso il popolo ebraico con il quale abbiamo grande dialogo e dal quale riceviamo attestati di stima e simpatia”.