giovedì 14 maggio 2009

Incontro con i capi religiosi. Il Papa: salvaguardare i bambini, costruttori di un mondo migliore, dal fanatismo. La preghiera comune per la pace

Preghiera comune per la pace, con un cerchio di mani, cantando "Salam, Shalom" tra i diversi leader religiosi insieme al Papa. Benedetto XVI si è levato in piedi e, dando la mano al rabbino David Rosen e a un imam della Galilea, ha pregato con loro mentre un altro rabbino al centro della sala intonava "Salam, Shalom". L'invito alla preghiera comune era venuto dal rabbino che ha intonato il canto di pace. E' la conclusione, altamente simbolica, dell'incontro del Papa con i leader religiosi della Galilea, nell'auditorium del Santuario dell'Annunciazione a Nazaret. I capi religiosi hanno pregato insieme mettendo da parte qualsiasi timore di cadere in una forma di sincretismo da evitare. Al termine della preghiera, Papa Ratzinger e gli altri leader religiosi hanno alzato le loro braccia al cielo.
“Lungi dall'essere il risultato di un fato cieco, - ha detto il Papa nel saluto ai capi religiosi della Galilea - il mondo è stato voluto da Dio e rivela il suo splendore glorioso. Al cuore di ogni tradizione religiosa c’è la convinzione che la pace stessa è un dono di Dio, anche se non può essere raggiunta senza lo sforzo umano”. “Una pace durevole – ha chiarito il Papa - proviene dal riconoscimento che il mondo non è ultimamente nostra proprietà, ma piuttosto l'orizzonte entro il quale noi siamo invitati a partecipare all'amore di Dio e a cooperare nel guidare il mondo e la storia sotto la sua ispirazione”. Dunque, “non possiamo fare con il mondo tutto quello che ci piace; anzi, siamo chiamati a conformare le nostre scelte alle complesse e tuttavia percettibili leggi scritte dal Creatore nell'universo e a modellare le nostre azioni secondo la bontà divina che pervade il regno del creato”.
“La Galilea, una terra conosciuta per la sua eterogeneità etnica e religiosa, è la patria di un popolo – ha aggiunto - che ben conosce gli sforzi richiesti per vivere in armoniosa coesistenza”. Per il Papa, le “diverse tradizioni religiose hanno in sé potenzialità notevoli in ordine alla promozione di una cultura della pace, specialmente attraverso l’insegnamento e la predicazione dei valori spirituali più profondi della nostra comune umanità”. “Plasmando i cuori dei giovani – ha avvertito Benedetto XVI - noi plasmiamo il futuro della stessa umanità. I cristiani volentieri si uniscono ad ebrei, musulmani, drusi e persone di altre religioni nel desiderio di salvaguardare i bambini dal fanatismo e dalla violenza, mentre li preparano ad essere costruttori di un mondo migliore”. “So – ha proseguito - che voi accogliete gioiosamente e con il saluto della pace i molti pellegrini che giungono in Galilea. Vi incoraggio a continuare ad esercitare il vicendevole rispetto, mentre vi adoperate ad alleviare le tensioni concernenti i luoghi di culto, garantendo così un ambiente sereno per la preghiera e la meditazione, qui e in tutta la Galilea”. Anzi, “rappresentando diverse tradizioni religiose, condividete il comune desiderio di contribuire al miglioramento della società e di testimoniare così i valori religiosi e spirituali che aiutano a corroborare la vita pubblica”. Il Papa ha quindi assicurato che “la Chiesa cattolica è impegnata a partecipare a questa nobile impresa. Cooperando con uomini e donne di buona volontà, essa cercherà di assicurare che la luce della verità, della pace e della bontà continui a risplendere dalla Galilea e a guidare le persone del mondo intero a cercare tutto ciò che promuove l'unità della famiglia umana”. “Dio – ha concluso - vi benedica tutti!”.