Il Papa alla ROACO: non più guerra, violenza e ingiustizia in Terra Santa. Gaza abbandonata a se stessa. Il ricordo del pellegrinaggio
Mai più guerra e violenza in Terra Santa. L’udienza ai membri della ROACO, la Riunione delle Opere in Aiuto delle Chiese Orientali, un insieme di agenzie ecclesiali che fanno dell’azione solidale tra i cristiani dell’Oriente del mondo la loro cifra missionaria, ha offerto questa mattina a Benedetto XVI l’occasione per riflettere su uno dei punti nevralgici del pianeta, il Medio Oriente, dove il destino della Chiesa locale è strettamente intrecciato con le vicissitudini del conflitto israelo-palestinese. Con molta schiettezza, il Papa si è soffermato sulla situazione della Striscia di Gaza e sul fenomeno degli immigrati, chiedendo sia affrontato con “competenza” e grande solidarietà. Primo, evitare tutto ciò che inutile. Secondo, analizzare con “sobrietà” la situazione - che sia la crisi economica mondiale, il dramma degli immigrati o il conflitto infinito in Medio Oriente - per poi intervenire sui bisogni reali, la cui soluzione rappresenta la prima pietra della pace. I luoghi dove la fede cristiana è diventata storia sono stati al centro dei pensieri di Benedetto XVI che - parlando in quattro lingue - ha ricordato il pellegrinaggio di un mese e mezzo fa e i suoi “molti momenti di grazia, quando - ha detto - ho potuto incoraggiare e confortare la comunità cattolica in Terra Santa, esortando i suoi membri a perseverare nella loro testimonianza - una testimonianza riempita dalla fedeltà, dalla celebrazione, e, a volte da grandi sofferenze”. “Rinnovo la mia preghiera e il mio appello perché non vi sia più guerra, non più violenza, non più ingiustizia. Desidero assicurarvi che la Chiesa universale resta al fianco di tutti i nostri fratelli e sorelle che vivono in Terra Santa”. Poco prima, parlando della conclusione ormai imminente dell’Anno Paolino, il Papa aveva ribadito che la carità “è la fonte feconda di tutto il servizio nella Chiesa, la sua misura, il suo metodo e la sua verifica”. Un metro sul quale, ha proseguito, la Roaco e la Congregazione per le Chiese Orientali fondano le loro iniziative, pensate per dare “sostegno spirituale e materiale” alla vita ecclesiale nei Paesi d’Oriente. Tuttavia, ha obiettato Benedetto XVI, questo “movimento di carità” che dal Papa cerca di giungere alle comunità più piccole e lontane non è esente dal dovere del raziocinio, di un’organizzazione curata e lungimirante capace di cogliere, ha sostenuto, le giuste priorità”. “In spirito di fede, con analisi competenti e la dovuta sobrietà si possono correggere delle decisioni inutili e si possono affrontare i bisogni attuali; per esempio la situazione dei rifugiati e dei migranti, un problema soprattutto nelle Chiese Orientali, e la ristrutturazione della Striscia di Gaza, che è ancora abbandonata a se stessa, dove si deve anche tenere conto della legittima preoccupazione dello Stato di Israele per la sua sicurezza”. Poi, un nuovo pensiero all’Anno Sacerdotale. “Mi preme raccomandarvi - ha affermato il Pontefice - di considerare col massimo favore la cura dei sacerdoti e il sostegno ai seminari. “Quando - ha soggiunto - venerdì scorso, solennità del Sacratissimo Cuore di Gesù, ho inaugurato questo singolare anno giubilare ho affidato al Cuore di Cristo e della Madre Immacolata tutti i sacerdoti del mondo, con un pensiero speciale per quelli che in Oriente come in Occidente stanno vivendo momenti di difficoltà e di prova. Colgo la presente occasione per chiedere anche a voi di pregare per i presbiteri. Vi domando di continuare a sostenere anche me, Successore dell’apostolo Pietro, perché possa svolgere appieno la mia missione al servizio della Chiesa universale”.