“Benedetto XVI pellegrino di pace in Terra Santa, ha pronunciato parole chiare di condanna contro ogni forma di violenza, sopraffazione e terrorismo. Ha ribadito il diritto di Israele alla sicurezza e dei palestinesi a uno Stato. Ha condannato la Shoah, un orrendo gesto compiuto da un ‘regime senza Dio’. Eppure a qualcuno non è bastato”. Nell’editoriale del numero di giugno-luglio, l’Eco di Terra Santa torna sul pellegrinaggio di Benedetto XVI in Giordania, Israele e Territori palestinesi, con la domanda: “Ma quante volte un Papa deve chiedere scusa?”. Per il tabloid delle Edizioni Terrasanta il tono dei commenti dei media israeliani, ad eccezione del Yedioth Ahronoth, che “sottolineava gli sforzi della Chiesa cattolica nel combattere l'antisemitismo e nel gettare ponti di dialogo con l'ebraismo”, “è sostanzialmente di delusione” e le parole del Pontefice “troppo generiche”. “Sulla Shoah - ricorda il giornale - la Chiesa ha già detto quanto si doveva dire nel documento ‘Noi ricordiamo: una Riflessione sulla Shoah’ (marzo 1998). Giovanni Paolo II ha chiesto perdono, nel suo viaggio giubilare, per tutti i comportamenti che ‘nel corso della storia hanno fatto soffrire’ gli ebrei e Benedetto XVI si è posto in questo cammino di fraternità. La richiesta di perdono da parte della Chiesa Cattolica al popolo d'Israele, per bocca di un Pontefice, c'è già stata. E non scade, che il Papa si chiami Ratzinger o Wojtyla”.