martedì 6 ottobre 2009

Il card. Sodano: le nazioni africane superino le divisioni e cooperino per il progresso. Mons. Lahham: la Chiesa nei Paesi islamici del nord

“Come dimenticare che anche in Africa la furia omicida fra differenti gruppi etnici ha sconvolto interi paesi?”: se lo è chiesto oggi, durante i lavori mattutini della terza Congregazione generale del Sinodo dei vescovi per l’Africa, il card. Angelo Sodano, decano del collegio cardinalizio, intervenendo in assemblea alla presenza del Papa. “Basterebbe pensare – ha detto – al Rwanda ed ai paesi limitrofi. Nel 1994 e negli anni successivi l’ideologia nazionalista giunse a provocare più di 800 mila morti, fra i quali tre membri generosi dell’episcopato”. Ha citato al riguardo la figura del nunzio apostolico mons. Michael Courtney, che fu barbaramente assassinato in Burundi il 29 dicembre 2003. Sodano ha quindi ricordato i grandi principi dell’umanesimo cristiano, “dignità di ogni persona umana e unità del genere umano”, sottolineando che “le attuali 53 nazioni africane avranno un grande avvenire, nel concerto delle 192 nazioni che compongono oggi l’intera famiglia umana, se sapranno superare le loro divisioni e cooperare congiuntamente per il progresso materiale e spirituale dei loro popoli”.
“Circa l’80% dei 350 milioni di arabi musulmani africani vive nei paesi dell’Africa settentrionale”: lo ha ricordato mons. Maroun Elias Lahham, vescovo di Tunisi, il cui intervento si è concentrato proprio sui rapporti tra cristiani e seguaci dell’Islam nel continente “nero”. “I rapporti islamo-cristiani in Africa del nord – ha detto – sono diversi da quelli dell’Europa, dell’Africa subsahariana e anche dei paesi arabi del Medio oriente. La specificità delle relazioni islamo-cristiane nelle Chiese dell’Africa settentrionale può arricchire le esperienze di dialogo vissute altrove, in Europa e nell’Africa subsahariana”. Secondo mons. Lahham “la Chiesa che vive in tali paesi al 100% musulmani gode di un margine abbastanza ampio di libertà nell’esercizio del culto cristiano, come per esempio in Tunisia”. Tra l’altro ha notato che “si tratta di una Chiesa che vive in paesi musulmani in cui sta nascendo un movimento di pensiero critico nei confronti dell’Islam integralista e fanatico”. Il vescovo ha quindi proposto che “il Sinodo per il Medio Oriente previsto per l’ottobre 2010 comprenda anche le diocesi dell’Africa del nord, soprattutto per quanto riguarda le minoranze cristiane e i rapporti e il dialogo con l’Islam”.

SIR