venerdì 9 ottobre 2009

Il Papa: rircordare i tristi eventi del II conflitto mondiale sia monito, soprattutto per i giovani, a non cedere mai più alla tentazione della guerra

“Questa sera torna alla nostra memoria la tragedia della seconda guerra mondiale, dolorosa pagina di storia intrisa di violenza e di disumanità, che ha causato la morte di milioni di persone, lasciando i vincitori divisi e l’Europa da ricostruire”. Lo ha detto Papa Benedetto XVI al termine del concerto ''Giovani contro la guerra'' a cui ha assistito insieme al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, in occasione del 70° anniversario dell'inizio della II Guerra Mondiale. La guerra, ha continuato il Pontefice, è stata una ''dolorosa pagina di storia intrisa di violenza e di disumanità, che ha causato la morte di milioni di persone, lasciando i vincitori divisi e l'Europa da ricostruire''. ''La guerra - ha aggiunto -, voluta dal nazionalsocialismo, ha colpito tante popolazioni innocenti dell'Europa e di altri Continenti, mentre, con il dramma della Shoah, ha ferito soprattutto il popolo ebreo, oggetto di uno sterminio programmato''. Al momento dello scoppio della II Guerra Mondiale ''non mancarono gli inviti alla ragionevolezza e alla pace elevatisi da molte parti''. ''Qui a Roma - ha detto Benedetto XVI - risuonò accorata la voce del mio venerato Predecessore Pio XII. Nel radiomessaggio del 24 agosto del 1939 - proprio nella imminenza dello scoppio della guerra - proclamò con decisione: 'Nulla è perduto con la pace. Tutto può esserlo con la guerra'''. ''Nessuno - ha aggiunto - purtroppo riuscì a fermare quell'immane catastrofe: prevalse inesorabile la logica dell'egoismo e della violenza. Ricordare quei tristi eventi sia monito, soprattutto per le nuove generazioni, a non cedere mai più alla tentazione della guerra''. “Quest’anno - ha aggiunto Benedetto XVI - commemoriamo un altro significativo anniversario: i venti anni dalla caduta del muro di Berlino, simbolo eloquente della fine dei regimi totalitari comunisti dell’Est europeo”. Citando Giovanni Paolo II, il Papa ha sottolineato che “la caduta del muro, come il crollo di pericolosi simulacri e di una ideologia oppressiva, hanno dimostrato che le libertà fondamentali, che danno significato alla vita umana, non possono essere represse e soffocate a lungo”. Da queste esperienze Benedetto XVI ha ricavato un messaggio per l’oggi affermando che “l’Europa, il mondo intero hanno sete di libertà e di pace! Occorre costruire insieme la vera civiltà, che non sia basata sulla forza, ma sia ‘frutto della vittoria su noi stessi, sulle potenze dell’ingiustizia, dell’egoismo e dell’odio, che possono giungere sino a sfigurare l’uomo’”. Questa civiltà, ha concluso il Papa, può avere nel “movimento ecumenico, che ha trovato nella seconda guerra mondiale un catalizzatore” una forza che “può contribuire a costruirla, operando insieme agli ebrei e a tutti i credenti”.

SIR, Asca