giovedì 15 ottobre 2009

La drammatica testimonianza di mons. Kussala: in Sudan ribelli di al Qaeda crocifiggono i cristiani agli alberi per intimidire la comunità

I cristiani vengono ancora crocifissi in Sudan: lo denuncia mons. Hiiboro Kussala, vescovo della diocesi meridionale di Tombura Yambio, che partecipa ai lavori del Sinodo dei vescovi per l'Africa in corso in Vaticano. "Il 13 agosto scorso - racconta il presule ai microfoni di Radio Vaticana - i ribelli sono entrati nella chiesa della mia parrocchia ed hanno preso tante persone in ostaggio. Mentre fuggivano nella foresta, ne hanno uccise sette: li hanno crocifissi agli alberi. Si verificano tanti drammi come questo. Alcuni di loro sono stati istruiti da al Qaeda in Afghanistan: sono contro la Chiesa. Il progetto è intimidire i cristiani. Noi - prosegue il vescovo sudanese - viviamo proprio in questo senso, perché stanno uccidendo la gente, bruciano le loro case, le chiese: questo è martirio". L'emittente vaticana ricorda che il Sudan è spaccato tra un Nord prevalentemente arabo che ha imposto la legge coranica e un Sud cristiano animista. Le elezioni politiche, previste dagli accordi di pace del 2005, dovrebbero svolgersi entro il 2010, mentre per il 2011 è fissato un referendum per l'autodeterminazione del Sud. Ma l'appuntamento con le urne è messo a rischio dalle continue violenze perpetrate da gruppi ribelli legati al governo di Khartoum.

Apcom