sabato 31 ottobre 2009

Padre Lombardi: il ritardo nella pubblicazione della Costituzione sugli anglicani è solo tecnico. Per i futuri seminaristi il celibato sarà regola

Il portavoce vaticano, padre Federico Lombardi, chiarisce in una dichiarazione diffusa oggi dalla Sala Stampa della Santa Sede che il ritardo nella pubblicazione della Costituzione Apostolica che permetterà agli anglicani tradizionalisti di entrare 'in blocco' nella Chiesa Cattolica, annunciata in una conferenza stampa lo scorso 20 ottobre, non è dovuto a polemiche e disaccordi interni sulla questione del celibato dei preti. Il direttore dell'informazione vaticana risponde in particolare alle ''osservazioni che si presupponevano informate'' del giornalista de Il Giornale Andrea Tornielli, un cui articolo di qualche giorno fa ha suscitato ''molte speculazioni''. ''Secondo queste speculazioni - scrive padre Lombardi - ci sarebbe una seria questione di sostanza alla base del ritardo, ovvero disaccordi sul fatto se il celibato sarà o meno la norma per il futuro clero'' anglicano-cattolico previsto dalla Costituzione. Il portavoce vaticano riporta quindi la risposta a queste voci del prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, incaricata di studiare e redigere la Costituzione, card. William Levada: ''Se mi fosse stato chiesto, avrei volentieri chiarito ogni dubbio sulle mie parole pronunciate durante la conferenza stampa. Non c'è alcun fondamento per queste speculazioni. Nessuno in Vaticano mi ha fatto presente questa questione. Il ritardo è puramente tecnico, per assicurare la coerenza del linguaggio canonico e dei riferimento''. Gli Ordinariati personali che accoglieranno gli anglicani tradizionalisti non potranno, di norma, ordinare uomini sposati al sacerdozio. Non sono quindi fondate le speculazioni di chi supponeva - o temeva - che, con la decisione di aprire le porte ad alcuni gruppi di anglicani in rotta con l'arcivescovo di Canterbury, la Chiesa Cattolica avesse aperto uno spiraglio all'allentamento della regola del celibato obbligatorio per i preti nella Chiesa occidentale. Nella sua nota Lombardi, riporta un'ampia dichiarazione del prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, incaricata di studiare e redigere la Costituzione, card. William Levada. La dichiarazione riporta anche il testo di quello che, alla fase attuale della stesura del testo, è l'articolo VI della futura Costituzione Apostolica. Questo articolo prevede in primo luogo che i ''diaconi, preti o vescovi'' anglicani che ''corrispondono ai requisiti previsti dal diritto canonico e non sono impediti da irregolarita' o altri impedimenti possano essere accettati dall'Ordinario come candidati'' al sacerdozio ''nella Chiesa Cattolica''. Nel caso di quei ministri che sono già sposati, bisognerà seguire quanto stabilito dall'Enciclica di Paolo VI ''Sacerdotalis coelibatus'' che prevede, al punto 42, che ''potrà essere consentito lo studio delle particolari condizioni di ministri sacri coniugati, appartenenti a Chiese o a comunità cristiane tuttora divise dalla comunione cattolica, i quali, desiderando di aderire alla pienezza di tale comunione e di esercitarvi il sacro ministero, fossero ammessi alle funzioni sacerdotali, in tali circostanze tuttavia da non portare pregiudizio alla vigente disciplina circa il sacro celibato''. Il vescovo, precisa ancora la Costituzione, ''in piena osservanza con la disciplina del clero celibatario nella Chiesa latina, come regola ammetterà solo uomini celibati all'ordine del presbiterato'', ovvero solo chi non e' sposato potra' diventare prete. ''Potra' anche chiedere - aggiunge l'articolo - al Romano Pontefice una deroga'' dall'obbligo del celibato per gli uomini sposati, ma solo ''caso per caso'' e ''secondo criteri oggettivi stabiliti dalla Santa Sede''.

Asca