mercoledì 9 dicembre 2009

Il 'SIR': da Benedetto XVI un'appello alla responsabilità dei media. 'Avvenire': per il Papa Maria insegna a guardare agli altri come li guarda Dio

Nel discorso di Benedetto XVI su un certo modo di fare informazione “intossicando le coscienze” non c’era “nessun anatema, nessuna censura. Piuttosto un appello (implicito) alla responsabilità, alla consapevolezza, all’educazione. E una risposta più radicale. Serve la ‘bella notizia’. Che non è buonismo o moralismo di maniera: la comunicazione ha le sue leggi tecniche”: è quanto scrive oggi l'agenzia SIR in una nota a commento del discorso del Papa di ieri in Piazza di Spagna. “La ‘bella notizia’ - ricorda il SIR - è Maria che ripete agli uomini ed alle donne del nostro tempo: non abbiate paura, Gesù ha vinto il male; l’ha vinto alla radice, liberandoci dal suo dominio". "E’ un appello alla realtà. Ed è questa in fondo la caratteristica del cristiano nella moderna città, nel vortice di tanti meccanismi disumanizzanti, in un grande frullatore che rende tutto precario, frammentario”. “Ritorna - sottolinea la nota - l’appello che Benedetto XVI ha ripetuto in diversi contesti, a tenere conto, nel mondo di oggi, per muoversi nella società di oggi, non solo dell’ecologia ambientale, ma anche di quella umana. E’ la certezza serena, da vivere quotidianamente, conoscendo bene i meccanismi, della “bella notizia”, ascoltata, vissuta, testimoniata, messa in pratica: ‘non serve condannare, lamentarsi, recriminare, ma vale di più rispondere al male con il bene. Questo cambia le cose; o meglio, cambia le persone e, di conseguenza, migliora la società. Una serenità che diventa vita vissuta”. “Cosa dice Maria alla città?, si è chiesto il Papa a piazza di Spagna”, ricorda da parte sua Avvenire in un editoriale di Marina Corradi che sintetizza così la risposta: “insegna a guardare agli altri come li guarda Dio. A guardarli con misericordia, con tenerezza infinita, specialmente i più soli e disprezzati”. “Che rivoluzione - commenta la giornalista - dall’indice puntato, dall'onestà indignazione, alla coscienza di un male che tutti ci riguarda, in una comune povertà, e dunque all’abbraccio di una misericordia autenticamente materna. Che capovolgimento inaudito in quello sguardo, ogni volta che un cristiano se ne lascia prendere. Ricominciando ogni mattina. Senza astio, senza scandalo, senza grida. Più forte del clamore dei titoli dei giornali, lo sconvolgente annuncio di un Dio che largamente perdona”.

Agi