mercoledì 9 dicembre 2009

Messaggio del Papa: la difesa degli interessi nazionali mai a discapito delle popolazioni civili. Al bando anche le bombe a grappolo e le armi leggere

''Un appello a tutti gli Stati affinchè riconoscano le deplorevoli conseguenze umanitarie delle mine antipersona''. Lo ha lanciato Papa Benedetto XVI attraverso un messaggio, a firma del segretario di Stato vaticano, card. Tarcisio Bertone, letto durante la recente Conferenza di Cartagena dedicata al divieto d'impiego, di stoccaggio e di produzione di questi ordigni. Quello di ''aprire la via a un mondo senza mine antipersona'' è stato un ''risultato importante'' raggiunto negli ultimi dieci anni, ha ricordato il Pontefice, congratulandosi con quei Paesi che hanno deciso di ''liberare'' il pianeta dalla minaccia di questi terribili ordigni. Allo stesso tempo, ha aggiunto, c'è bisogno di una ''volontà politica e umanitaria'' di assistenza alle vittime che va rinnovata ''ogni giorno'' e di pensare a divieti simili anche per le bombe a grappolo e le armi leggere e di piccolo calibro. ''Come si può sviluppare un'azione di bonifica di una sola di queste armi - si chiede il Papa - senza tener conto delle altre? Come è possibile proibire le mine antipersona e continuare a contaminare impunemente ampie zone con armi disumane, come le bombe a grappolo, che in buona parte funzionano come mine antipersona?''. La ''difesa degli interessi nazionali - ha aggiunto il Pontefice - non può mai nè deve andare a detrimento delle popolazioni civili, in particolare dei più deboli''. In questo scenario, Papa Ratzinger ha indicato nel ''multilateralismo rinnovato'' un modello di azione diplomatica sperimentato ''con innegabili successi'' specie nel quadro della Convenzione sulle bombe a grappolo. ''Occorre - ha osservato - incoraggiare la collaborazione fra gli Stati'', come pure con l'Onu, il Comitato internazionale della Croce Rossa e gli altri organismi sovranazionali, affinchè di tali ordigni venga vietata la produzione, siano distrutti gli esistenti e siano bonificate le aree dove sono disseminati. La Santa Sede, si legge nel testo, ''fa in questa occasione un appello a tutti gli Stati affinchè riconoscano le deplorevoli conseguenze umanitarie delle mine antipersona. In effetti, l'esperienza mostra che queste armi hanno causato più vittime e danni fra la popolazione civile, che bisognerebbe difendere, di quanto siano servite per difendere gli Stati''. Al contrario, ha stigmatizzato Benedetto XVI, ''le migliaia di vittime che continuano a provocare ci ricordano, nel caso fosse ancora necessario ripeterlo, la chimera di voler costruire la pace e la stabilità con una visione esclusivamente militare''. In questo momento di crisi, ha ribadito, ''è imperativo non dimenticare il nostro dovere di essere solidali, di condividere e di agire con giustizia nei riguardi dei Paesi più colpiti e meno favoriti''.

Asca