Giornata importante oggi per Benedetto XVI. Il Papa riceverà infatti questa mattina nella Sala Regia i membri del Corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede. L'appuntamento annuale è un'occasione per fare il punto sul ruolo della Chiesa cattolica nello scenario geopolitico mondiale. I Paesi che intrattengono rapporti diplomatici con la Santa Sede crescono di anno in anno. Nel 1978 erano appena 84, nel 2005 sono saliti a 174 e con Benedetto XVI sono diventati 178. Gli ultimi in ordine di tempo ad allacciare rapporti con il Vaticano sono stati il neonato Montenegro, gli Emirati Arabi Uniti, il Botswana e la Federazione russa con cui anche precedentemente sussistevano relazioni di natura speciale. La Santa Sede ha legami diplomatici anche con l’Unione europea e il Sovrano militare ordine di Malta. Inoltre mantiene osservatori permanenti presso l’Onu, la Fao, l’Unesco, l’Osce, il Wto, la Lega degli Stati arabi e l’Organizzazione dell’unità africana. Anche la Cina-Taiwan è tra i Paesi con cui il Vaticano ha rapporti diplomatici sebbene dal 1979 non vi risieda più un nunzio. La Cina popolare è il più grande tra i Paesi che non hanno rapporti diplomatici con la Santa Sede. Tra questi ci sono poi il Kosovo e altri quindici Stati, perlopiù asiatici (Afghanistan, Arabia Saudita, Bhutan, Corea del Nord, Maldive, Oman, Tuvalu, Vietnam, Comore, Mauritania, Somalia, Brunei, Laos, Malaysia e Myanmar). Con alcuni di questi paesi la Santa Sede ha già avuto dei contatti formali, del tutto impermeabili a ogni discussione restano invece Stati islamici come l’Arabia Saudita, dove è ufficialmente proibito il culto cattolico, o e Maldive. Attualmente sono circa 80 i Paesi che hanno un ambasciatore residente a Roma, gli altri sono rappresentati da diplomatici residenti comunque in Europa. In giro per il mondo sono poi in attività 101 nunzi apostolici, dei quali la metà sono di nazionalità italiana.