Il Sinodo dei Vescovi sul Medio Oriente sarà “principalmente pastorale”, ma non mancherà di affrontare le sfide attuali poste alla Chiesa Cattolica nella regione: è quanto sottolineato da mons. Nikola Eterović (nella foto con Benedetto XVI) nella conferenza stampa di presentazione dei Lineamenta, che ha annunciato che i Padri Sinodali saranno circa 150, tra cui tutti i presuli della regione a rappresentanza dei 17 milioni di cristiani che abitano in Medio Oriente, dall’Egitto all’Iran. Mons. Eterović si è soffermato sulla struttura e i contenuti salienti dei Lineamenta. In particolare, ha indicato alcune emergenze per la Chiesa locale: dai conflitti politici nella regione alla libertà religiosa, alla presenza di alcune correnti estremiste nell’Islam che minacciano i cristiani: “Di fronte a tale situazione, il documento propone la formazione dei cristiani affinché possano vivere con fedeltà ancora più grande la propria fede nella vita privata e pubblica. Inoltre, essi sono chiamati a continuare a dare il loro prezioso contributo all’edificazione di una società democratica, rispettosa dei diritti e dei doveri di tutti i suoi membri”. Ha così sottolineato che il documento si sofferma sulla comunione ecclesiale tra i vescovi e i fedeli delle diverse Chiese locali come anche sul dialogo con le altre Chiese e comunità cristiane. Un dialogo, ha detto mons. Eterović, che “ha bisogno di essere incrementato”. Il dialogo con l’ebraismo, “peculiarità delle Chiese di Gerusalemme”, ha detto, è condizionato dalla “situazione politica che oppone da una parte palestinesi e mondo arabo e dall’altra lo Stato d’Israele”. Ed ha rimarcato la necessità per il popolo palestinese e quello israeliano di vivere in pace ognuno in una propria patria: “A tal proposito, occorre sempre rammentare la distinzione tra il piano religioso e quello politico, non adoperando la Bibbia a scopi politici né la politica a scopi religiosi. In tale contesto è importante sottolineare il legame religioso tra il Giudaismo e il Cristianesimo, tra l’Antico e il Nuovo Testamento”. Ha così offerto la sua riflessione sul rapporto con i musulmani ribadendo che i cristiani hanno il diritto di vedere rispettati i propri diritti, peraltro riconosciuti dalle costituzioni della maggior parte dei paesi del medio Oriente: “Purtroppo, per la mancanza di distinzione tra religione e politica in pratica i cristiani sono spesso in posizione di non-cittadinanza. Per migliorare la situazione, occorre promuovere di più il dialogo anche per conoscersi meglio”. “Bisogna - ha proseguito il presule - incoraggiare la presentazione oggettiva del cristianesimo e dell’islam tramite i mass media come pure in opuscoli accessibili anche a gente semplice”. Quindi, rispondendo alle domande dei giornalisti, si è soffermato sul delicato tema delle conversioni: “I musulmani, se da parte loro accettano i cristiani che diventano musulmani, dovrebbero essere poi coerenti ed accettare i musulmani che diventino cristiani. Ora, noi sappiamo che questo è molto difficile e che bisogna fare un cammino assai importante. Noi crediamo che i diritti umani siano universali, che valgano per tutti”. Quindi, ha indicato quei temi dalla giustizia alla difesa della famiglia e del diritto alla vita sui quali è possibile una fruttuosa collaborazione tra cristiani e musulmani. “Con tale spirito - è stata la sua riflessione - sarà possibile, emarginando gli estremismi politici e religiosi, aprirsi al processo di edificazione di una umanità nuova” ed ha ribadito che i vescovi della regione sono impegnati a promuovere la via della pace contro ogni forma di violenza. Mons. Eterović ha dunque parlato di un altro tema particolarmente attuale: la diaspora dei cristiani dalla regione: “Noi vorremmo - non solo con il Sinodo, ma anche in generale con l’attività della Santa Sede e della Chiesa Cattolica - avere nella Terra di Gesù non solo pietre così care a noi, ma anche le persone che diano senso di vita, di comunione ecclesiale a queste pietre che da sole parlano, ma che è meglio se parlano insieme con i cristiani nati nel mondo mediorientale che in maggioranza sono arabi, che sono lieti del contributo prezioso che i cristiani arabi hanno dato alla rinascita della nazione araba”. Tre, preceduti da un’introduzione, i capitoli dei Lineamenta, che contengono 32 domande per aiutare, ha spiegato mons. Eterovic, “i destinatari istituzionali” a “discutere sui contenuti”. Le loro risposte dovrebbero pervenire entro la Pasqua del 2010 “che quest’anno celebreremo tutti i cristiani insieme”. Il presule ha dichiarato che il documento di lavoro dell’assise sinodale, l’Instrumentum laboris, sarà consegnato dal Papa ai rappresentanti delle Chiese orientali cattoliche durante il suo viaggio apostolico a Cipro, dal 4 al 6 giugno prossimi. Infine, rispondendo ad una domanda, il presule ha affermato che si sta vagliando la possibilità di convocare un Sinodo per l’America.
Radio Vaticana, SIR