martedì 19 gennaio 2010

Sinodo dei Vescovi per il Medio Oriente. Mons. Eterovic: assise principalmente pastorale ma affronterà le sfide attuali della Chiesa nella regione

Il Sinodo dei Vescovi sul Medio Oriente sarà “principalmente pastorale”, ma non mancherà di affrontare le sfide attuali poste alla Chiesa Cattolica nella regione: è quanto sottolineato da mons. Nikola Eterović (nella foto con Benedetto XVI) nella conferenza stampa di presentazione dei Lineamenta, che ha annunciato che i Padri Sinodali saranno circa 150, tra cui tutti i presuli della regione a rappresentanza dei 17 milioni di cristiani che abitano in Medio Oriente, dall’Egitto all’Iran. Mons. Eterović si è soffermato sulla struttura e i contenuti salienti dei Lineamenta. In particolare, ha indicato alcune emergenze per la Chiesa locale: dai conflitti politici nella regione alla libertà religiosa, alla presenza di alcune correnti estremiste nell’Islam che minacciano i cristiani: “Di fronte a tale situazione, il documento propone la formazione dei cristiani affinché possano vivere con fedeltà ancora più grande la propria fede nella vita privata e pubblica. Inoltre, essi sono chiamati a continuare a dare il loro prezioso contributo all’edificazione di una società democratica, rispettosa dei diritti e dei doveri di tutti i suoi membri”. Ha così sottolineato che il documento si sofferma sulla comunione ecclesiale tra i vescovi e i fedeli delle diverse Chiese locali come anche sul dialogo con le altre Chiese e comunità cristiane. Un dialogo, ha detto mons. Eterović, che “ha bisogno di essere incrementato”. Il dialogo con l’ebraismo, “peculiarità delle Chiese di Gerusalemme”, ha detto, è condizionato dalla “situazione politica che oppone da una parte palestinesi e mondo arabo e dall’altra lo Stato d’Israele”. Ed ha rimarcato la necessità per il popolo palestinese e quello israeliano di vivere in pace ognuno in una propria patria: “A tal proposito, occorre sempre rammentare la distinzione tra il piano religioso e quello politico, non adoperando la Bibbia a scopi politici né la politica a scopi religiosi. In tale contesto è importante sottolineare il legame religioso tra il Giudaismo e il Cristianesimo, tra l’Antico e il Nuovo Testamento”. Ha così offerto la sua riflessione sul rapporto con i musulmani ribadendo che i cristiani hanno il diritto di vedere rispettati i propri diritti, peraltro riconosciuti dalle costituzioni della maggior parte dei paesi del medio Oriente: “Purtroppo, per la mancanza di distinzione tra religione e politica in pratica i cristiani sono spesso in posizione di non-cittadinanza. Per migliorare la situazione, occorre promuovere di più il dialogo anche per conoscersi meglio”. “Bisogna - ha proseguito il presule - incoraggiare la presentazione oggettiva del cristianesimo e dell’islam tramite i mass media come pure in opuscoli accessibili anche a gente semplice”. Quindi, rispondendo alle domande dei giornalisti, si è soffermato sul delicato tema delle conversioni: “I musulmani, se da parte loro accettano i cristiani che diventano musulmani, dovrebbero essere poi coerenti ed accettare i musulmani che diventino cristiani. Ora, noi sappiamo che questo è molto difficile e che bisogna fare un cammino assai importante. Noi crediamo che i diritti umani siano universali, che valgano per tutti”. Quindi, ha indicato quei temi dalla giustizia alla difesa della famiglia e del diritto alla vita sui quali è possibile una fruttuosa collaborazione tra cristiani e musulmani. “Con tale spirito - è stata la sua riflessione - sarà possibile, emarginando gli estremismi politici e religiosi, aprirsi al processo di edificazione di una umanità nuova” ed ha ribadito che i vescovi della regione sono impegnati a promuovere la via della pace contro ogni forma di violenza. Mons. Eterović ha dunque parlato di un altro tema particolarmente attuale: la diaspora dei cristiani dalla regione: “Noi vorremmo - non solo con il Sinodo, ma anche in generale con l’attività della Santa Sede e della Chiesa Cattolica - avere nella Terra di Gesù non solo pietre così care a noi, ma anche le persone che diano senso di vita, di comunione ecclesiale a queste pietre che da sole parlano, ma che è meglio se parlano insieme con i cristiani nati nel mondo mediorientale che in maggioranza sono arabi, che sono lieti del contributo prezioso che i cristiani arabi hanno dato alla rinascita della nazione araba”. Tre, preceduti da un’introduzione, i capitoli dei Lineamenta, che contengono 32 domande per aiutare, ha spiegato mons. Eterovic, “i destinatari istituzionali” a “discutere sui contenuti”. Le loro risposte dovrebbero pervenire entro la Pasqua del 2010 “che quest’anno celebreremo tutti i cristiani insieme”. Il presule ha dichiarato che il documento di lavoro dell’assise sinodale, l’Instrumentum laboris, sarà consegnato dal Papa ai rappresentanti delle Chiese orientali cattoliche durante il suo viaggio apostolico a Cipro, dal 4 al 6 giugno prossimi. Infine, rispondendo ad una domanda, il presule ha affermato che si sta vagliando la possibilità di convocare un Sinodo per l’America.

Radio Vaticana, SIR