I vescovi degli Stati Uniti si schierano a difesa dell'operato di Benedetto XVI volto a contrastare con fermezza il "peccato e il crimine" degli abusi sessuali compiuti da sacerdoti. Affermano i presuli in una dichiarazione resa pubblica ieri: "Sappiamo per nostra stessa esperienza come Papa Benedetto XVI sia profondamente preoccupato per quanti sono stati colpiti da abusi sessuali e come abbia rafforzato la risposta della Chiesa alle vittime e dato sostegno ai nostri sforzi di affrontare i colpevoli. Il recente emergere - continuano i vescovi - di più resoconti su abusi sessuali compiuti da sacerdoti rattrista e indigna la Chiesa e ci causa vergogna. Se c'è un posto dove i bambini dovrebbero essere al sicuro questo dovrebbe essere nella propria casa e nella Chiesa". Proseguono i presuli: "Continueremo a intensificare i nostri sforzi di fornire un ambiente sicuro per i bambini nelle nostre parrocchie e nelle nostre scuole. Inoltre, lavoreremo insieme agli altri nelle nostre comunità per affrontare la piaga degli abusi sessuali in tutta la società". Nella dichiarazione - firmata dal presidente della Conferenza Episcopale, il card. Francis George, dal vicepresidente, il vescovo di Tucson, Gerald Kicanas, dall'arcivescovo di Louisville, Joseph Kurtz, dal vescovo di Youngstown, George Murry e dal vescovo di Paterson, Arthur Serratelli - si ricorda il viaggio negli Stati Uniti di Benedetto XVI nell'aprile 2008: "Uno dei momenti più toccanti" - si legge nel documento - è stata la conversazione privata del Papa, avvenuta nella Nunziatura apostolica di Washington, con le vittime degli abusi. Benedetto XVI "ha potuto ascoltare direttamente come gli abusi sessuali abbiano devastato la vita delle vittime. Il Santo Padre ha condiviso la loro dolorosa esperienza e ha ascoltato, tenendo strette frequentemente le loro mani e rispondendo teneramente, rassicurandoli". Con l'appoggio - continua la dichiarazione - "sia di Giovanni Paolo II che di Benedetto XVI noi vescovi ci siamo vigorosamente impegnati a fare ogni cosa in nostro potere per fare in modo che non vengano più compiuti abusi sui bambini. Concretizziamo questo impegno attraverso il Charter for the protection of Children and Young People, uno statuto che ci chiama a rispondere con compassione alle vittime, a lavorare diligentemente al fine di vigilare su quanti lavorano con i bambini e i giovani nella Chiesa, a diffondere una coscienza anti abusi e un'educazione preventiva, a comunicare casi sospetti di abuso alle autorità giudiziarie civili e a valutare i nostri sforzi nella protezione dei bambini e dei giovani attraverso una verifica esterna annuale a livello nazionale". Concludono i vescovi: "Così come accompagniamo Cristo nella Sua passione e morte nel corso della Settimana Santa, siamo con il Santo Padre Benedetto XVI in preghiera per le vittime dell'abuso sessuale, per tutta la Chiesa e per il mondo intero".
L'Osservatore Romano