lunedì 10 maggio 2010

Il Papa in Portogallo. Le tre chiavi del viaggio: cultura, azione sociale e vita della Chiesa. Da Benedetto XVI un messaggio audace e anticonformista

Cultura, azione sociale e vita interna della Chiesa sono questi i tre momenti fondamentali del viaggio del Pontefice in Portogallo. Ne è convinto mons. Manuel Clemente, presidente della Commissione Episcopale per la cultura e le comunicazioni sociali per il quale “la visita di Benedetto XVI darà l’opportunità agli uomini e alle donne portoghesi che eccellono nelle svariate attività letterarie, musicali e delle arti plastiche di incontrarsi tra loro e di confrontarsi con il grandissimo riferimento culturale che il Santo Padre costituisce”. A sua volta il direttore del Segretariato nazionale della Pastorale della cultura, padre José Tolentino Mendonça afferma che “Benedetto XVI saprà lanciare un messaggio audace e anticonformista, capace di fornire consolazione e stimolo a tutti quegli uomini che si riconoscono nei valori universali della pace, della comunità umana e della giustizia”. L’incontro con il mondo della cultura avverrà il 12 maggio, nel Centro culturale di Belém. Nello stesso giorno, a Fatima (foto), la recita dei Vespri insieme ai sacerdoti, ai diaconi, ai religiosi e alle religiose. Per padre Manuel Barbosa, presidente della Confederazione degli Istituti religiosi di Portogallo “l’occasione costituirà un momento di straordinaria rilevanza nel pieno della celebrazione dell’Anno Sacerdotale, che provocherà in tutti i rappresentanti ecclesiastici rinnovate dinamiche di santità, comunione e missione”. Il 13 maggio, sempre a Fatima, si terrà invece l’incontro con le organizzazioni che si occupano di pastorale sociale; ad esso parteciperà un significativo gruppo di 308 dirigenti di altrettante associazioni affiliate alla Confederazione nazionale delle Istituzioni di Solidarietà, anche non cattoliche. Il consigliere della Commissione nazionale Giustizia e Pace, José Dias da Silva sottolinea che “le proposte e i suggerimenti di Benedetto XVI apriranno nuovi orizzonti nel servizio della carità: è evidente che la prima forma di azione rimane il rapido intervento di aiuto, ma le nuove forme di povertà, di necessità, di esclusione sociale, esigono delle competenze adeguate. Oggi è necessario sapere ciò che deve essere fatto in ciascuna situazione concreta, il solo volontariato non è più sufficiente”.

SIR