Luigi Geninazzi, Avvenire
lunedì 10 maggio 2010
Il Papa in Portogallo. Le voci e i luoghi di un’attesa che coinvolge anche le voci più lontane dalla Chiesa. E Lisbona già ringrazia Benedetto XVI
"Obrigado, Bento XVI!". Deve ancora arrivare ma i portoghesi già lo ringraziano. La scritta, a caratteri cubitali, campeggia su grandi manifesti azzurri ben visibili nelle piazze monumentali di Lisbona dove martedì Benedetto XVI inizierà il suo viaggio apostolico che lo condurrà a Fatima, il cuore religioso del Portogallo, per concludersi venerdì a Porto, nel nord del Paese che vanta un cattolicesimo dai forti connotati popolari. Ma è qui, nella capitale all’avanguardia della laicizzazione, che sorprendentemente si registra un crescente interesse per l’arrivo del Papa. I suoi ritratti sono dappertutto, così come gli striscioni di benvenuto che iniziano sul viale dell’aeroporto e si susseguono fin giù alla Baixa, sulle rive del Tago dove martedì pomeriggio Benedetto XVI celebrerà la Messa nella centralissima Praça do Comercio (foto). Il giorno dopo avrà un incontro con il mondo della cultura, un appuntamento tra i più significativi di tutto il viaggio. Da una settimana giornali e tv fanno a gara nel presentare la figura di colui che i tabloid definiscono "il terzo Papa di Fatima", dopo le visite al Santuario mariano compiute da Paolo VI e da Giovanni Paolo II. E perfino la sede del Diario de Noticias, il più diffuso quotidiano portoghese di chiaro orientamento agnostico, risulta completamente avvolta in una gigantografia di Benedetto XVI. "Non avrei mai pensato che il mio giornale venisse contagiato da una simile isteria confessionale" ha scritto polemicamente Fernanda Cancio, ex compagna del premier socialista, che attacca anche il governo per aver decretato in occasione del viaggio papale un giorno di vacanza dei dipendenti pubblici, l’11 maggio a Lisbona, il 13 maggio in tutto il Paese. Cose che succedono in Portogallo, la nazione più occidentale d’Europa dove resta forte la religiosità popolare ma al tempo stesso è arrivata l’onda lunga della secolarizzazione. L’88,3% dei portoghesi si dichiara cattolico ma solo il 24% è praticante. "La de-cristianizzazione della società, a cominciare dalle élites politiche e culturali, è giunta anche da noi, e questo spiega perché il Papa abbia voluto dedicare ben quattro giorni alla visita pastorale in Portogallo", spiega il rettore dell’Università cattolica di Lisbona, Manuel Braga da Cruz. "E come in Spagna anche qui da noi governa un partito socialista che non ha più nulla di sinistra nella sua politica economica ma sbandiera un’ideologia radical-libertaria nelle questioni di etica sociale. Il premier Socrates si muove sulle orme di Zapatero", nota Antonio Marujo, esperto di religione del giornale Publico. A febbraio il parlamento ha approvato la legge che istituisce il matrimonio omosessuale ma il capo dello Stato, il conservatore Anibal Cavaco Silva, non l’ha ancora promulgata. Dovrà prendere una decisione entro il 18 maggio e sembra orientato a rinviare la legge al parlamento. Ce lo conferma Raquel Abecasis, vice-direttrice di Radio Renascença, l’emittente cattolica di Lisbona e la più ascoltata in Portogallo, che ha diffuso l’indiscrezione filtrata dalla presidenza della Repubblica. Tutti si chiedono se il Papa accennerà alla questione durante il suo viaggio. "In compenso qui da noi non c’è traccia della campagna mediatica internazionale sui preti pedofili – dice Raquel –. So di colleghi che da giorni sono alla ricerca disperata di questi casi in Portogallo ma non hanno trovato nulla". Anche i media più ostili alla Chiesa cattolica si mostrano cauti, forse perché qui a Lisbona a fare rumore è stato il caso di un orfanotrofio statale i cui responsabili sono sotto processo con l’accusa di abusi sui minori. "Forse il Papa tornerà sul problema nel suo discorso a Fatima", ipotizza mons. Carlos Azevedo, responsabile dell’organizzazione del viaggio. È a quei pastorelli, a quei bambini, che la Chiesa del nostro tempo deve molto.