domenica 20 giugno 2010

Il Papa: prendere la croce è sconfiggere il peccato nel cammino verso Dio, accogliere la sua volontà, accrescere la fede nelle sofferenze e difficoltà

"Il segno distintivo del potere del nostro Signore Gesù Cristo è la Croce, che egli ha portato sulle spalle". Benedetto XVI ha ripetuto questa frase di San Massimo il Confessore per introdurre questa mattina la preghiera mariana dell'Angelus, iniziata con qualche minuto di ritardo a causa del protrarsi della celebrazione nella quale in San Pietro ha conferito l'ordinazione a quattordici nuovi sacerdoti della diocesi di Roma. "Anche a noi, che possiamo conoscere il Signore mediante la fede nella sua Parola e nei Sacramenti, Gesù - ha poi spiegato ai 50 mila fedeli presenti in Piazza San Pietro - rivolge la proposta di seguirlo ogni giorno e anche a noi ricorda che per essere suoi discepoli è necessario appropriarci del potere della sua Croce, vertice dei nostri beni e corona della nostra speranza. Prendere la croce significa impegnarsi per sconfiggere il peccato che intralcia il cammino verso Dio, accogliere quotidianamente la volontà del Signore, accrescere la fede soprattutto dinanzi ai problemi, alle difficoltà, alla sofferenza". In proposito, il Papa ha citato anche la Santa carmelitana Edith Stein, convertita dall'ebraismo e morta ad Auschwitz, che lo ha testimoniato in un tempo di persecuzione. "Dal Carmelo di Colonia nel 1938 scriveva di aver capito "cosa voglia dire essere sposa del Signore nel segno della croce, benchè per intero non lo si comprenderà mai, giacchè è un mistero? Più si fa buio intorno a noi e più dobbiamo aprire il cuore alla luce che viene dall'alto". "Anche nell'epoca attuale - ha aggiunto il Pontefice - molti sono i cristiani nel mondo che, animati dall'amore per Dio, assumono ogni giorno la croce, sia quella delle prove quotidiane, sia quella procurata dalla barbarie umana, che talvolta richiede il coraggio dell'estremo sacrificio". "Il Signore - ha invocato Papa Ratzinger - doni a ciascuno di noi di riporre sempre la nostra solida speranza in Lui, certi che, seguendolo portando la nostra croce, giungeremo con Lui alla luce della Risurrezione". "Affidiamo alla materna protezione della Vergine Maria - ha quindi concluso - i nuovi sacerdoti, che si aggiungono alla schiera di quanti il Signore ha chiamato per nome: siano sempre fedeli discepoli, coraggiosi annunciatori della Parola di Dio e amministratori dei suoi Doni salvezza".