sabato 10 luglio 2010

In miglioramento i bilanci della Santa Sede nonostante il disavanzo del 2009. Aumentano le donazioni per l'Obolo di San Pietro

Nel 2009, rimangono in rosso per il secondo anno consecutivo i conti della Santa Sede e dello Stato Città del Vaticano, anche se sono state 'riassorbite' le perdite lasciate fuori bilancio nel 2008 in occasione della crisi finanziaria, in accordo con la prassi contabile internazionale. L'anno scorso, si apprende da un comunicato del Consiglio di cardinali per lo Studio dei Problemi Organizzativi ed Economici della Santa Sede, che si è riunito questa settimana in Vaticano sotto la presidenza del Segretario di Stato, card. Tarcisio Bertone, il Bilancio Consuntivo Consolidato della Santa Sede ha fatto registrare entrate per 250,2 milioni di euro e uscite per 254, 3 milioni di euro, con un disavanzo d'esercizio di 4,1 milioni di euro. Il passivo è superiore a quello registrato nel 2008 (911mila euro) ma, precisa il comunicato vaticano, grazie ai ''risultati conseguiti nel 2009, è stato possibile assorbire le fluttuazioni negative che erano state sospese nel 2008 mediante la ricezione di criteri contabili adottati internazionalmente''. Il Governatorato dello Stato Città del Vaticano che ''provvede alla gestione del territorio, delle istituzioni e delle strutture, nonchè all'esercizio di attività di supporto alla Santa Sede'' e gestisce tra l'altro i Musei Vaticani con i suoi incassi, ha segnato un 'rosso' di 7,8 milioni di euro, avendo risentito, come altri Stati, degli ''effetti della crisi economico-finanziaria internazionale''. Tuttavia, il disavanzo dello Stato Città del Vaticano si è quasi dimezzato rispetto all'anno scorso, quando il passivo era stato di 15,3 milioni di euro. ''Il contenimento dei costi generali - precisa il comunicato vaticano - ha permesso di procedere al recupero della perdita del settore finanziario generatasi nel 2008''. Entrambi i bilanci, come di consueto, sono stati sottoposti a verifica e certificazione. Nel 2009 sono cresciute le donazioni all'Obolo di San Pietro, ovvero le offerte che singoli e istituzioni fanno al Papa per le opere di carità. Il totale raccolto l'anno scorso, secondo quanto rende noto il comunicato, è ammontato complessivamente a 82,5 milioni di dollari (65,2 milioni di euro), con una crescita rispetto ai 75,8 milioni di euro del 2008 di 6,7 milioni. I maggiori contributi nel 2009, informa il comunicato ''sono pervenuti dai cattolici degli Stati Uniti, dell'Italia e della Francia'': scompare quindi da questa 'classifica' la Germania, che nel 2008 era al terzo posto. Inoltre, ''si conferma significativo, in rapporto al numero dei cattolici, il contributo di Corea e Giappone''. Nel bilancio 2009 della Santa Sede di quest'anno figurano anche ''le offerte pervenute da altre Istituzioni, tra cui lo IOR, che ha donato Euro 50.000.000 per le attività di religione del Santo Padre''. Questi fondi, ha precisato il portavoce vaticano, padre Federico Lombardi, hanno contribuito al bilancio della Santa Sede, che ha fatto registrare quest'anno, come reso noto dallo stesso comunicato, entrate per 250,2 milioni di euro. La somma offerta dallo Ior ha contribuito quindi per un quinto alle entrate del bilancio della Santa Sede, che si è chiuso con un passivo di 4,1 milioni di euro. Il comunicato vaticano rende anche noto che le diocesi del mondo, come stabilito dal canone 1271 del Codice di diritto canonico, hanno contribuito al bilancio della Santa Sede con 31,5 milioni di dollari, ovvero 24,9 milioni di euro, con un aumento significativo rispetto al 2008 quando il contributo era stato di 21 milioni di euro.Il contributo viene versato dai vescovi ''per il vincolo dell'unità e della carità'' e ''l'apporto più rilevante - precisa il comunicato - è stato presentato dalle diocesi degli Stati Uniti, seguite da quelle della Germania''. ''Com'è noto - ricorda la nota vaticana -, tali contributi sono da distinguersi chiaramente da quelli stabiliti da accordi bilaterali, come per es. l'Otto per mille in Italia, di cui non beneficia la Santa Sede, ma che sono destinati alle Chiese particolari, per attività di culto e di carità''.

Asca