domenica 29 agosto 2010

Mons. Crepaldi: gli attacchi al Papa non sono vera laicità. Presenta il cristianesimo come la fede che aiuta la ragione a non limitarsi al misurabile

"Il cristianesimo pone alla ragione (al mondo) il problema della sua verità, la aiuta a chiarirsene l'idea e la rende quindi capace di capire la verità stessa del cristianesimo", afferma il vescovo di Trieste, mons. Giampaolo Crepaldi, che su L'Occidentale prende oggi le difese di "questo Papa che ritiene che il cristianesimo e solo il cristianesimo faccia sì che il mondo si riappropri di se stesso e si renda pienamente conto della propria verità". Il suo, spiega il presule, "non è integralismo, perchè non appiattisce i due livelli l'uno sull'altro, ma toglie definitivamente spazio ai sottili distinguo dei cattolici della carità senza verità". Così come gli attacchi mediatici di cui il Pontefice è stato oggetto rieptutamente, per l'arcivescovo Crepaldi, "non sono stati esempi di vera laicità". "Questa, infatti, consiste nell'adoperare la ragione e gli argomenti di realtà, non l'ideologia, per accogliere o meno quanto dice la Chiesa. La politica non deve assumere categorie confessionali, però non deve essere indifferente o, peggio, antireligiosa, in quanto assumerebbe le vesti di una nuova religione". Secondo il vescovo di Trieste, "anche la ragione - del resto - può essere integralista e questo capita quando rifiuta l'invito della fede ad allargarsi e ad avere fiducia in se stessa". E "Benedetto XVI presenta il cristianesimo come la fede che aiuta la ragione a non fermarsi mai e a non limitarsi all'ambito del misurabile. È per questo che la religione cristiana - conclude - sfida la ragione ad essere pienamente se stessa. La laicità della politica consiste nell'accogliere questa provocazione e sfuggire così al pericolo di un proprio integralismo. E ciò vale anche per Aids e preservativi".

Agi