Il Papa: dallo spirito di penitenza e dalla conversione un autentico rinnovamento della Chiesa. Contributo peculiare dalle donne alla teologia
La Chiesa non si rinnova cambiando semplicemente le strutture, ma con un “sincero spirito di penitenza” e “un operoso cammino di conversione”. E’ la lezione che Benedetto XVI ricava per i cristiani di oggi dagli insegnamenti della mistica tedesca Ildegarda di Bingen, vissuta nel XII secolo e al centro, questa mattina nell'Aula Paolo VI, di una seconda catechesi dell’Udienza generale dopo quella di mercoledì scorso. Impressiona, e certamente fa riflettere, l’aderenza alle vicende della Chiesa del nostro tempo del messaggio che una mistica del XII secolo rivolge alla Chiesa del suo tempo. Benedetto XVI ne parla alla fine della catechesi, lasciando che le parole di Ildegarda di Bingen penetrino i cuori dei cristiani di oggi come certamente fecero all’epoca, quando la religiosa tedesca indirizzò frasi di fuoco ai càtari, un gruppo, ha ricordato il Papa, che propugnava “una riforma radicale della Chiesa, soprattutto per combattere gli abusi del clero”. “Lei li rimproverò aspramente di voler sovvertire la natura stessa della Chiesa, ricordando loro che un vero rinnovamento della comunità ecclesiale non si ottiene tanto con il cambiamento delle strutture, quanto con un sincero spirito di penitenza e un cammino operoso di conversione. Questo è un messaggio che non dovremmo mai dimenticare”. La seconda catechesi consecutiva dedicata a Ildegarda di Bingen, che trascorse gran parte del 1100 come superiora del monastero di San Disibodo, nella regione della Renania, ruota attorno a un altro concetto già accennato dal Pontefice mercoledì scorso, quando celebrò l’importanza del “genio femminile” al servizio del Vangelo. Ildegarda, definita dal Papa “fondatrice di monasteri, predicatrice, consigliera di personalità del suo tempo, naturalista, musicista e pittrice” è infatti esempio di come “anche la teologia possa ricevere un contributo peculiare dalle donne”, perché “esse sono capaci di parlare di Dio e dei misteri della fede con la loro peculiare intelligenza e sensibilità. Incoraggio perciò tutte coloro che svolgono questo servizio a compierlo con profondo spirito ecclesiale, alimentando la propria riflessione con la preghiera e guardando alla grande ricchezza, ancora in parte inesplorata, della tradizione mistica medievale, soprattutto a quella rappresentata da modelli luminosi, come appunto Ildegarda di Bingen”. Santa Ildegarda, monaca benedettina che “si distinse per saggezza spirituale e santità di vita”, nelle sue opere, raccontando le sue visioni mistiche “interpretava nella luce di Dio le Sacre Scritture, applicandole alle varie circostanze della vita”. “Ricche di contenuto teologico, le sue opere fanno riferimento agli avvenimenti principali della storia della salvezza” e “coloro che l’ascoltavano si sentivano impegnati a vivere la vita Cristiana”. Nella sua opera, “con i tratti caratteristici della sensibilità femminile, sviluppa il tema del matrimonio mistico tra Dio e l’umanità, consumatosi sull’albero della croce”. Ancora, nella “visione di Dio che vivifica il cosmo, sottolinea la profonda relazione tra uomo e Dio e ricorda che tutta la creazione di cui l’uomo è il vertice, riceve vita dalla Trinità”. Ildegarda mostra la “vivacità culturale dei monasteri femminili del Medio Evo, contrariamente ai pregiudizi che ancora ci sono su quel tempo”. La sua popolarita spingeva molte persone a scriverle, ci sono numerose lettere indirizzate a comunità monastiche maschili e femminili, vescovi e abati. Vi si trovano considerazione ancora attuali, come quando dice che “la vita spirituale deve essere curata con molte dedizione: all’inizio la fatica è amara” perché costringe alle rinunce, ma se non si lascia la ricerca della santità, in Dio si trova la vera gioia. E quando l’imperatore Federico Barbarossa causò uno scisma, crando tre antipapi, “Ildegarda non esitò a ricordargli che anch’egli era soggetto al giudizio di Dio”. “Negli ultimi anni, malgrado l’età e le condizioni di salute si mise in viaggio per parlare di Dio alla gente, che l’ascoltava volentieri anche quando usava un tono severo, considerandola mandata da Dio”.