martedì 7 settembre 2010

Il Papa nel Regno Unito. Esposti a Londra quattro arazzi di Raffaello per la Cappella Sistina in prestito dal Vaticano. Nichols: metafora del viaggio

“Raffaello: cartoni e arazzi per la Cappella Sistina”, una mostra che riunisce per la prima volta i disegni di Raffaello e gli arazzi per la Cappella Sistina da essi tratti, verrà inaugurata domani al Victoria and Albert Museum di Londra, in collaborazione con i Musei Vaticani. I disegni, di proprietà della Corona britannica, sono in mostra al museo dal 1865 e rappresentano uno dei suoi tesori più preziosi. Quattro dei dieci arazzi, tessuti in lana, seta e metallo e realizzati in Belgio nel 1519, sono arrivati in prestito dal Vaticano in occasione del viaggio di Papa Benedetto XVI nel Regno Unito, in programma dal 16 al 19 settembre. "Nessuno li ha mai visti insieme prima d'ora", esulta la specialista in tessuti del museo, Clare Browne, descrivendo gli arazzi "tra i pezzi più straordinari della loro epoca". Emozionato anche Mark Evans, l'esperto di Raffaello del Victoria and Albert Museum: "Quando dal Vaticano ci hanno telefonato a febbraio, offrendoci di mettere a disposizione gli arazzi, dire che sono rimasto a bocca aperta è dire poco. Ho sempre pensato che le difficoltà logistiche e politiche lo rendessero impossibile". I dieci arazzi raffiguranti le gesta degli Apostoli furono commissionati da Papa Leone X nel 1515. Raffaello, che all'epoca stava affrescando gli appartamenti papali, completò i disegni nel giro di un anno e i modelli furono inviati ai migliori tessitori d'Europa a Bruxelles. Tale era il loro valore che quando Leone X morì, pieno di debiti, alcuni di essi vennero dati in pegno. I disegni, che erano stati tagliati in strisce per essere piazzati sotto il telaio e copiati, restarono a Bruxelles fino al secolo successivo, quando furono acquistati da re Carlo I d'Inghilterra. La mostra londinese resterà aperta fino al 17 ottobre. “La giustapposizione creativa di arazzi e cartoni – afferma mons. Nichols, presidente della Conferenza Episcopale di Inghilterra e Galles – è una metafora della visita stessa del Santo Padre. Ogni elemento, infatti, getta nuova luce sugli altri e insieme portano un arricchimento. Quando Benedetto XVI arriverà, la settimana prossima, la mia speranza è che la gente ascolti davvero le sue parole, con un cuore aperto a sperimentare la forza creativa di una fede viva”. “La fede, come l’arte – continua il presidente dei vescovi inglesi – ci mostra come essere aperti nei pensieri e nelle opere, poiché tutti noi abbiamo la capacità di essere creativi, in modo da scoprire la trascendenza, qualunque siano i nostri limiti”. Quindi, l’arcivescovo di Westminster ribadisce: “La nostra società ha molto da guadagnare dal recupero di un modo di intendere la fede. Una cultura che ha spazio per l’anima e valorizza il dono della fede non solo dà valore alla vita, ma offre anche a noi uno spazio in cui diventare davvero umani”. Sottolineando che “la grande arte ci impone di essere aperta”, mons. Nichols aggiunge: “Credo che la stessa esperienza può accadere in un incontro con il cristianesimo, in particolare con il cattolicesimo. Naturalmente, i secoli, i conflitti ed i peccati dell’uomo possono soffocarlo e sfigurarlo, ma la vitalità creativa della cristianità non è mai debole”. “Come per l’arte – dice il presule – il problema sta nel riuscire a comprendere”, evitando “sospetti e fonti riduzioniste”. Poi, il presule conclude: “Questi arazzi sono opere significative di per sé, ma sono anche una forma espressiva potente” in quanto “sono riflessioni sulla missione degli Apostoli Pietro e Paolo, non solo nel prendersi cura della Chiesa, ma anche nel testimoniare il dono di Cristo in un mondo che non ha ancora un linguaggio in grado di parlare di Lui”.

Bresciaoggi.it, Radio Vaticana