martedì 14 settembre 2010

Incendiate in India una chiesa e una scuola cristiana, 11 morti. Mons. Celata: la violenza non può essere risposta alle offese, come dice il Papa

Estremisti islamici hanno incendiato una chiesa e una scuola cristiane nel Punjab, in India, in reazione alla proposta del pastore Terry Jones di commemorare l’11 settembre bruciando ognuno un Corano, proposta poi ritirata dal suo stesso ideatore ma che ha causato grandi proteste tra i musulmani ed episodi di violenza anticristiana. Ieri mattina a Tangmarg, vicino Gulmarg, è stata incendiata la scuola della Christian Society Mission. La notizia di un possibile assalto si era già diffusa dalle prime ore, ma le autorità non hanno preso contromisure. Anzi, una folla ha poi impedito ai vigili del fuoco di raggiungere l’edificio di legno, che è stato del tutto distrutto dal fuoco. Non ci sono feriti tra gli studenti. I dimostranti hanno anche assalito un ufficio del governo e ci sono scontri con la polizia con almeno 7 morti, compreso un poliziotto. Altre 4 persone erano morte in precedenza in altre proteste. Le notizie dell'attacco contro ai cristiani nel Kashmir "generano tanta pena. Alla violenza è seguita violenza, contro ogni ragionevolezza". Lo ha detto mons. Pier Luigi Celata, segretario del Pontificio Consiglio per il Dialogo interreligioso, a SKYTg24. Una violenza, aggiunge, scatenata "contro creature innocenti. Cito Papa Benedetto XVI: la violenza non può mai essere giustificata come risposta alle offese, non è compatibile con i principi sacri della religione". L'agenzia vaticana Fides ha riferito che la chiesa luterana di San Paolo nella città di Mardan, nella provincia di Khyber-Pakhtunkhwa è stata danneggiata da un'esplosione che ha causato due feriti. Entrambi si trovano in ospedale, uno di loro in condizioni piuttosto gravi. Uno dei due era il guardiano della chiesa.

AsiaNews, Ansa, Apcom