ll Papa ai vescovi brasiliani: abbiamo bisogno del perdono, solamente a partire da questa profondità di rinnovamento dell’individuo nasce la Chiesa
Abbiamo bisogno del perdono per rinnovare noi stessi e la nostra società: è quanto sottolineato questa mattina da Benedetto XVI nel discorso ai vescovi brasiliani della regione Leste 1, che comprende lo Stato di Rio de Janeiro. “Il nucleo della crisi spirituale del nostro tempo – ha affermato il Papa – ha le sue radici nell’oscuramento della grazia del perdono”. Quando questo non viene riconosciuto come “reale ed efficace”, ha soggiunto, si tende a liberare la persona dalla colpa. Ma, nel suo intimo, ha osservato, le persone sanno che questo tipo di libertà non è vera, che il peccato esiste e che noi siamo peccatori. Il Papa ha anche rilevato che alcune correnti della psicologia vorrebbero cancellare il senso della colpa. D’altro canto, ha aggiunto, Gesù è venuto a salvare non quelli che si sono liberati da sé pensando di non aver bisogno di lui, ma quanti sentivano di essere peccatori e di aver bisogno di lui. “La verità – ha ribadito – è che tutti abbiamo bisogno” del Signore, come di uno Scultore divino che rimuove le incrostazioni che si posano sull’immagine di Dio che è inscritta dentro di noi. “Abbiamo bisogno del perdono”, ha detto ancora, quale fondamento di una vera riforma, che rinnovandoci nel nostro intimo, rinnova anche la nostra comunità. Solo con il perdono, è stata la sua riflessione, torneremo somiglianti a Cristo e come San Paolo potremo allora dire: “Non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me”. “Solamente a partire da questa profondità di rinnovamento dell’individuo – ha soggiunto – nasce la Chiesa”. Ed ha messo l’accento sulla gioia che deriva da questa purificazione. Una gioia che deve trasparire dalla Chiesa, contagiando il mondo, giacché la Chiesa è “la giovinezza del mondo”. Proprio i giovani sono stati l’altro tema forte del discorso del Papa ai vescovi brasiliani: “Ricca di un lungo passato sempre in essa vivente”, ha detto il Papa richiamando il Concilio Vaticano II, la Chiesa è “la vera giovinezza del mondo”. Guardatela, ha detto rivolgendosi ai giovani e “voi ritroverete in essa il volto di Cristo, il vero eroe, umile e saggio, il profeta della verità e dell'amore, il compagno e l'amico dei giovani”. Benedetto XVI ha ricordato quanto il suo predecessore Giovanni Paolo II tenesse alla gioventù. In particolare, ha rammentato la toccante immagine dei giovani in fila al Circo Massimo, nell’anno 2000, per andarsi a confessare. Per convincere il mondo che la Chiesa è giovane, ha concluso, è dunque necessario puntare sui giovani di oggi.