giovedì 2 settembre 2010

Sinodo per il Medio Oriente. Padre Fahmi: una visione chiara sulle vocazioni. Abbiamo urgenza di persone capaci di pensare soluzioni e realizzarle

“Una più stretta collaborazione tra i capi delle varie Chiese” anche nel campo della pastorale vocazionale. È quanto spera possa emergere dalla prossima Assemblea speciale per il Medio Oriente del Sinodo dei vescovi, che si terrà in Vaticano dal 10 al 24 ottobre, padre Andraous Fahmi, vicerettore del seminario maggiore copto-cattolico di “San Leone Magno” nel quartiere del Maadi a Il Cairo. “Quello delle vocazioni sarà uno dei temi che il Sinodo affronterà con attenzione”, spiega il sacerdote in un’intervista all'agenzia SIR, anche alla luce del loro calo numerico e di quanto si legge nell’Instrumentum laboris, “sarebbe una perdita per la Chiesa universale se il cristianesimo dovesse affievolirsi o scomparire proprio là dove è nato”. A tale riguardo il vicerettore spera che “il Sinodo riesca ad avere una visione chiara sul nuovo modo di formare un prete aumentando gli sforzi per una formazione spirituale moderna e autentica. Sarà utile rivalutare la figura del direttore spirituale, una delle colonne su cui si fonda un seminario”. “Più che testi e documenti a riguardo – sottolinea padre Fahmi – abbiamo urgenza di persone capaci di ‘leggere’ bene la situazione attuale, di pensare a delle soluzioni e cercare di realizzarle. Il primo passo è scegliere i preti giusti che possano svolgere tale compito nei seminari e formarli adeguatamente”.

SIR