giovedì 28 ottobre 2010

Il Papa: falsa e illusoria ogni difesa dei diritti umani che non comprenda l'energica difesa del diritto alla vita. Non temete ostilità e impopolarità

Un sistema sociale e politico che non tuteli la vita e la dignità umana è basato su un diritto “falso e illusorio”, dunque i cristiani hanno il diritto di usare il loro voto elettorale in difesa del bene comune. Lo ha affermato Benedetto XVI nel discorso rivolto questa mattina al gruppo di presuli brasiliani della Regione Nord-Est 5, ricevuti in udienza per la visita ad Limina. E’ il Cristo Redentore a braccia spalancate che domina la Baia di Guanabara di Rio de Janeiro il simbolo dell’anima più vera del Brasile, secondo Benedetto XVI, per il quale se la fede dei brasiliani è “un segno di speranza” per il presente e il futuro del Paese, vi sono tuttavia delle “ombre” proiettate da forze che diffondono valori moralmente inaccettabili, lesivi della natura sacra dell’essere umano. “Oggi voglio parlarvi di come la Chiesa nella sua missione di fecondare e fermentare la società umana con il Vangelo, insegna all’uomo la sua dignità di figlio di Dio e la sua vocazione alla comunione con tutti gli uomini, da cui risulta l'esigenza della giustizia e della pace sociale, secondo la sapienza divina”. “Tuttavia – ha aggiunto -, il dovere di operare per un giusto ordine sociale è proprio dei fedeli laici, che, come cittadini liberi e responsabili, si sforzano di contribuire a una giusta configurazione della vita sociale, rispettandone la legittima autonomia e l’ordine morale naturale”. Ai vescovi tocca “contribuire alla purificazione della ragione e risvegliare le forze morali necessarie alla costruzione di una società giusta e fraterna”. E quando tali diritti sono violati, oppure lo richiede “la salvezza delle anime”, i pastori, ha detto il Pontefice, “hanno il serio dovere di pronunciare un giudizio morale” sulle questioni politiche. Anche perché, ha affermato, “sarebbe del tutto illusorio e falso qualsiasi diritto umano, politico, economico e sociale che non comprendesse l’energica difesa del diritto alla vita dal concepimento alla morte naturale. Sempre nell’ambito degli sforzi in favore dei più deboli e indifesi, chi è più indifeso di un bambino non ancora nato o un malato in stato vegetativo o terminale?”. Ecco perché, ha insistito con calore il Papa, Dio deve “trovare un posto nella sfera pubblica, in particolare in ambito culturale, sociale, economico e soprattutto politico”. “Cari fratelli nell’episcopato – ha chiarito il Santo Padre – nella difesa della vita, non dobbiamo temere l'ostilità e l'impopolarità, rifiutando ogni compromesso ed ambiguità, che ci conformerebbero alla mentalità di questo mondo”. Per “aiutare meglio i laici a vivere il loro impegno cristiano e socio-politico in modo unitario e coerente, è necessaria una catechesi sociale e un’adeguata formazione alla Dottrina sociale della Chiesa”. E quando si rendesse necessario, ha soggiunto con decisione il Papa, “i pastori dovrebbero ricordare a tutti i cittadini il diritto, che è anche un dovere, di usare liberamente il loro voto per promuovere il bene comune”. Benedetto XVI ha poi levato un appello in favore dell'istruzione religiosa, e più specificamente, ha indicato, per “l'insegnamento pluralistico e confessionale della religione nelle scuole pubbliche dello Stato”, ribadendo che “solo il rispetto, la promozione e l’insegnamento senza sosta” della “natura trascendente della persona umana rende possibile la costruzione di una società”, a differenza di altre tendenze: “Quando i progetti politici includono, apertamente o in velatamente, la depenalizzazione dell'aborto o dell'eutanasia, l'ideale democratico - che è davvero tale quando riconosce e tutela la dignità di ogni persona umana - è tradito alla sua base. Perciò, cari fratelli vescovi, per difendere la vita ‘non dobbiamo temere l'ostilità e l'impopolarità, rifiutando ogni compromesso ed ambiguità, che ci conformerebbero alla mentalità di questo mondo’”. Benedetto XVI ha poi difeso la presenza di simboli religiosi nella vita pubblica che, ha asserito, sono allo stesso tempo “ricordo della trascendenza dell’uomo e garanzia del suo rispetto”. Tali segni, ha detto il Papa, assumono “un particolare valore” in Brasile, “dove la religione cattolica è parte integrante della sua storia”.