lunedì 18 ottobre 2010

Undicesima Congregazione generale. Il vero ed equo posto della donna e la sorte delle scuole cattoliche negli inteventi degli uditori

“Nell’Instrumentum laboris non si fa menzione delle questioni riguardanti le donne, in un Sinodo del Medio Oriente dove la donna è in secondo piano”. La denuncia è di suor Claudia Achaya Naddaf, superiora delle religiose del convento di Nostra Signora della carità del buon Pastore (Siria) che oggi è intervenuta, in qualità di uditrice, al Sinodo dei vescovi per il Medio Oriente in corso in Vaticano. “Vorrei che questo Sinodo presentasse delle proposte che aiuterebbero ad applicare le convenzioni internazionali a favore delle donne nei nostri Paesi arabi” ha detto la suora che ha rimarcato come “in Siria le religiose assumono incarichi importanti in campo sociale, educativo e pastorale, ma sono emarginate a livello di diocesi e parrocchie”. Per tale motivo suor Naddaf ha proposto di “far partecipare attivamente le religiose ai consigli diocesani e parrocchiali, sostenerle nelle loro attività pastorali, servirsi della loro competenza nei campi della catechesi e contribuire alla loro formazione permanente sul piano pastorale, spirituale, tecnico e mettere a punto una pastorale delle vocazioni, dove clero e religiose, possano investire nei movimenti giovanili”.
“Occorre dare alla donna il suo vero ed equo posto”. A chiederlo è stata suor Marie-Antoinette Saadé, della Congregazione delle Suore Maronite della Santa Famiglia (Libano) che ha posto anche l’accento sul ruolo e sull’importanza della famiglia. “La Chiesa non deve forse essere all’avanguardia in questo ambito di fronte alle pratiche diffuse in alcuni ambienti musulmani in cui la donna viene picchiata, schiavizzata, schernita, maltrattata, privata dei suoi diritti e caricata solo di opprimenti doveri? Questa sarebbe una vera testimonianza. Ricucire insieme il tessuto sociale promuovendo la persona umana al centro della famiglia e a partire da essa, mi sembra la risposta per una pastorale urgente e efficace” ha sostenuto la religiosa. Davanti alla disgregazione della famiglia è necessario “progettare insieme una pastorale familiare” come anche “creare insieme un centro di accoglienza per le coppie con quadri e agenti pastorali qualificati, accompagnatori che sappiano ascoltare le coppie in difficoltà; dei quadri che offrano presenza, ascolto, consiglio e accompagnamento, prima di arrivare ai tribunali, perché prevenire è meglio che curare”.
“La scuola in Medio Oriente è minacciata, è in pericolo nei nostri rispettivi Paesi”: è il grido d’allarme lanciato oggi nell’Aula del Sinodo da suor Daniella Harrouk, Superiora generale della Congregazione dei Sacri Cuori di Gesù e di Maria (Libano). “Ascoltate il nostro appello angosciato – ha detto la religiosa - solo per darvi un’idea, la sorte di 192.000 alunni in Libano, senza scuole cattoliche, è insostenibile. Se la Chiesa venisse a perdere il suo ruolo di Madre e di Educatrice, a partire dalle istituzioni educative, quando potrà recuperarlo o esercitare la sua missione? Dove sarà il Libano, messaggero plurale, conviviale e multiconfessionale?”. “Salvate l’educazione e in particolare le scuole sovvenzionate dallo Stato, uno Stato che come altri non tiene fede agli impegni, nonostante le nostre rivendicazioni coraggiose e reiterate – ha denunciato suor Harrouk -. In linea con la comunione, la condivisione e la testimonianza, creiamo una cassa di risparmio per le scuole del Medio Oriente” dove versare “il vostro contributo che auspico generoso e regolare per assicurare alle famiglie a basso reddito e agli alunni delle regioni limitrofe, un insegnamento di qualità. Così la Chiesa universale e del Medio Oriente contribuiranno a promuovere l’uomo e ogni uomo mediante una cooperativa educativa con una buona gestione e un’eclatante trasparenza”.

SIR