martedì 30 novembre 2010

Il card. Martino porta il forte incoraggiamento di Benedetto XVI per la campagna del Consiglio d'Europa contro la violenza e gli abusi sui minori

Papa Benedetto XVI ha espresso il suo ''forte incoraggiamento'' ad una nuova campagna lanciata ieri dal Consiglio d'Europa con l'obiettivo di combattere la violenza sui minori e migliorare la cooperazione internazionale per assicurare alla giustizia i molestatori. Il card. Renato Raffaele Martino, ex-rappresentante vaticano presso le Nazioni Unite, che ha partecipato al lancio dell'iniziativa, ha portato ''il forte incoraggiamento di Benedetto XVI per l'opera contro la violenza sessuale sui bambini''. Il porporato, secondo quanto riferisce l'agenzia francese I.Media, ha però criticato come ''contradditorie'' e ''ideologiche'' le critiche rivolte costantemente su questo tema proprio alle ''istituzioni che hanno scelto la via della trasparenza''. Per il card. Martino, il Papa ha affrontato la ''realtà dei crimini sessuali sui minori'' con ''sofferenza, chiarezza, rigore e decisione''. ''Le cifre - ha aggiunto - mostrano che le violenze si verificano prima di tutto nella famiglia e tra gli amici''. La Chiesa, ha spiegato ancora, si augura che il programma europeo porti ''ricchi frutti'' e si augura la ''collaborazione e la sinergia pià ampia possibile tra tutte le forze'' per il suo successo. Maud de Boer Buquicchio, vice-segretario generale del Consiglio d'Europa, ha ricordato che ''un bambino su cinque in Europa è vittima di abusi sessuali''. Il programma prevede una serie di spot, libri e materiali mirati ai bambini tra i quattro e i sette anni per insegnare loro i limiti tra l'affetto e le molestie, e il coraggio di dire no .''Non vogliamo stigmatizzare la Chiesa Cattolica in modo particolare - ha detto de Boer Buquicchio - ma è vero che i bambini nelle istituzioni che sono fuori il normale circuito sociale sono particolarmente vulnerabili. Abbiamo bisogno che ci siano gli elementi giusti nelle istituzioni religiose e cattoliche prima che sia troppo tardi''.

Asca