martedì 30 novembre 2010

Lombardi: non c'è prescrizione per le ferite dell'anima, dobbiamo ascoltare a aiutare. Sulla pedofilia il Papa ha dato risposte precise e convincenti

La Chiesa persegue “una linea di trasparenza” nell’affrontare problemi come la pedofilia. Lo ha dichiarato oggi a Fano il direttore della Sala Stampa della Santa Sede, p. Federico Lombardi, intervenendo al seminario su “Peccato e conversione” promosso dal Centro di orientamento pastorale. Il portavoce vaticano ha evidenziato come Benedetto XVI abbia sempre offerto risposte “precise e convincenti”. “L’intervento più completo su questo tema, la ‘Lettera ai cattolici d’Irlanda’, s’inserisce – ha precisato padre Lombardi – in una disponibilità del Santo Padre” manifestata “praticamente tutte le volte che gli è stato chiesto di affrontare questo argomento”. “Il Papa – ha rimarcato il direttore della Sala Stampa vaticana – parla sempre con grande chiarezza della vergogna, del dolore, dell’umiliazione” per quei “peccati che insudiciano il volto della Chiesa”. “Benedetto XVI – ha aggiunto – ha già incontrato cinque volte le vittime di abusi: a Washington, Sydney, Roma, Malta e nel Regno Unito”, ricordando come in quest’ultimo caso siano stati ricevuti anche “coloro che si occupano delle vittime”. Duplice la valenza di questo gesto: da una parte c’è “il momento del riconoscimento del dolore e la partecipazione a questo dolore”; dall’altra “il momento positivo d’incontro con chi si occupa di un cammino rinnovante”. La “giustizia e il riconoscimento della colpa”, ha sottolineato padre Lombardi, è “un dovere sia civile sia ecclesiale”. Oltre alla giustizia degli uomini, alla quale, ha rimarcato più volte il Papa, chi si è macchiato di crimini quali la pedofilia deve “rendere conto” delle proprie azioni, vi è dunque quella della Chiesa, che deve tener conto della “gravità delle conseguenze sia nella vita delle persone, sia nella fiducia” di cui gode l’istituzione ecclesiale. “Il fatto che vengano fuori tantissimi casi di abusi così lontani nel tempo – secondo il portavoce vaticano – sono segno che la ferita è stata molto profonda, e se vogliamo veramente prendere sul serio un cammino di risanamento non ci possiamo esimere dall’affrontare vicende anche così lontane”. “Per noi – ha concluso – non c’è prescrizione per le ferite dell’anima: dobbiamo essere capaci di ascoltare, individuare le ferite dello Spirito e aiutare”.

SIR