venerdì 5 novembre 2010

Il Papa a Santiago de Compostela e Barcellona. Il card. Rouco Varela: gratitudine per l'affetto del Pontefice per la Chiesa pellegrina in Spagna

“Quanta gratitudine sentiamo per lo zelo e l’affetto del Vicario di Cristo per noi, per questa porzione di Chiesa Cattolica pellegrina nella nostra patria. Nel breve spazio di cinque anni, Benedetto XVI si è accostato tre volte a noi per confermarci nella fede”. Sono parole del card. Antonio Maria Rouco Varela, arcivescovo di Madrid e presidente della Conferenza episcopale spagnola, in occasione del prossimo viaggio del Papa. Il porporato, nel supplemento speciale del giornale ABC, ricorda che nel 2006 il Santo Padre è stato a Valencia per il V Incontro Mondiale della Famiglie, ci sarà il viaggio domani a Santago de Compostela e Barcellona e ad agosto 2011 tornerà in Spagna per la GMG di Madrid. “Il Papa – ricorda il porporato – viene a Santiago in occasione dell’Anno Santo compostelano. La sua presenza come pellegrino, ai piedi dell’Apostolo, rinfrescherà la coscienza del profondo sentire giacobeo della nostra storia come Chiesa e come popolo”. La Spagna, in realtà, “non si comprende senza Giacomo. Da quel grande amico del Signore riceviamo la fede cristiana”. Certamente, prosegue il cardinale, “lo spagnolo non è lo stesso che cattolico” e la verità propria della fede cristiana ha preteso sempre “la distinzione tra città di Dio, o l’ambito religioso, e la città terrena, o l’ambito delle realtà secolari”. Per questo, prosegue il card. Rouco Varela, “promuoveremo sempre modelli di convivenza che rispettino la giusta autonomia dell’ordine temporale e, pertanto, la libertà religiosa. Ma sappiamo anche che, se si vuole servire veramente l’essere umano, nessuna società può prescindere della sua anima spirituale. Guardando a Giacomo proporremo sempre in modo rinnovato il Vangelo di Gesù Cristo, che ci è arrivato attraverso l’Apostolo, come il trascendente alimento vitale della nostra cultura per il presente e il futuro”. A Barcellona “Benedetto XVI consacrerà il tempio espiatorio della Sagrada Familia”, opera del servo di Dio Antonio Gaudí. “All’origine di questa meraviglia – osserva il cardinale – c’è la fede viva di una chiesa locale guidata da santi, tra i quali bisogna menzionare San José Mañanet, fondatore dei Figli e delle Figlie della Sacra Famiglia. Essi furono in sintonia con il Magistero di Leone XIII che esattamente nel 1891, quando si terminava la cripta che oggi accoglie la tomba di Gaudí, pubblicava la sua Enciclica Rerum novarum”. Per il porporato “è urgente la comprensione e diffusione della Dottrina sociale della Chiesa riguardante la famiglia” perché “la concezione naturale e cristiana del matrimonio e della famiglia permette di consolidare bene le basi dell’ordine sociale in giustizia e libertà”. “Lo Stato e la Chiesa – sostiene il card. Rouco Varela – devono riconoscere la priorità della famiglia e porsi a suo servizio”. Le ideologie estreme del secolo scorso, individualismo e collettivismo, hanno costituito, secondo il porporato, un attentato alla famiglia, rendendo più difficile il suo sviluppo equilibrato, ma “la situazione non sembra migliorata”. Infatti, nel 2010 “ha compiuto 5 anni il nuovo regolamento del matrimonio nel Codice civile, che ha smesso di riconoscere e proteggere il matrimonio nella sua specificità propria, in quanto consorzio di vita tra un uomo e una donna. In questo stesso anno è stata anche approvata una nuova legge che costituisce un serio passo indietro nella protezione adeguata della vita nascente”, ricorda il cardinale, che sottolinea l’importanza di un tempio come quello della Sagrada Familia dove risplende il mistero dell’amore divino e umano della famiglia. Infine, il card. Rouco Varela ringrazia il Santo Padre “per venire di nuovo tra noi. Ascolteremo le sue parole come se ascoltassimo lo stesso Signore. Celebreremo con profonda gioia il mistero della fede, presieduto dal vescovo di Roma, centro della comunione di tutta la Chiesa nella carità e nella dottrina apostolica”. “Benvenuto, Santo Padre!”, conclude il cardinale.

SIR