sabato 6 novembre 2010

ll Papa: nella Chiesa gli uomini imparano ad abbracciare i fratelli, scoprendo in essi l’immagine divina, la verità più profonda del loro essere

Dall’aeroporto internazionale di Santiago de Compostela, in Papamobile, dopo essere passato davanti ai tanti fedeli presenti, il Papa ha percorso i dieci chilometri verso la Cattedrale, gli stessi ultimi 10 chilometri del Cammino di Santiago. Moltissimi i fedeli che lo attendevano tra bandiere e coriandoli, accompagnati dallo scampanellare davanti ad ogni chiesetta. Il Papa è stato accolto dal Capitolo della Cattedrale all’esterno, poi ha iniziato il rito del pellegrinaggio, indossando il mantello marrone con la conchiglia e la croce. E' entrato nella Cattedrale dalla Porta di Azbacheria, si è soffermato per un momento di adorazione nella Cappella del Santissimo Sacramento per raggiungere poi il Portico della Gloria. Lì, si è affacciato a salutare i fedeli presenti in Plaza del Obradoiro ed e' quindi uscito dalla Porta Reale e rientrato dalla Porta Santa, per scendere nella cripta e venerare la tomba dell'Apostolo San Giacomo. Infine, seguendo un'antica tradizione, il Papa ha abbracciato la statua dell'Apostolo davanti all'altare maggiore. Il Papa si è fermato quindi al centro della Cattedrale per una riflessione proposta ad un migliaio di presenti, religiosi e religiose ma anche giovani e famiglie, malati ed anziani.
''Andare in pellegrinaggio non è semplicemente visitare un luogo qualsiasi per ammirare i suoi tesori di natura, arte o storia. Andare in pellegrinaggio significa, piuttosto, uscire da noi stessi per andare incontro a Dio là dove Egli si è manifestato, là dove la grazia divina si è mostrata con particolare splendore e ha prodotto abbondanti frutti di conversione e santità tra i credenti''. Nel suo discorso, il Papa ha spiegato che il risultato della fede e l’essere introdotti in un “mistero di amore” ed essere “in un certo modo abbracciati da Dio, trasformati dal suo amore”.
“La Chiesa è questo abbraccio di Dio nel quale gli uomini imparano anche ad abbracciare i propri fratelli, scoprendo in essi l’immagine e somiglianza divina, che costituisce la verità più profonda del loro essere, e che è origine della vera libertà”. Quindi ha proseguito: “Tra verità e libertà vi è una relazione stretta e necessaria. La ricerca onesta della verità, l’aspirazione ad essa, è la condizione per un’autentica libertà. Non si può vivere l’una senza l’altra. La Chiesa, che desidera servire con tutte le sue forze la persona umana e la sua dignità, è al servizio di entrambe, della verità e della libertà. Non può rinunciare ad esse, perché è in gioco l’essere umano, perché la spinge l’amore all’uomo...e perché senza tale aspirazione alla verità, alla giustizia e alla libertà, l’uomo si perderebbe esso stesso”. Il Papa, dopo aver ricordato che Compostela è "cuore spirituale della Galizia e, allo stesso tempo, scuola di universalità senza confini", ha invitato tutti i fedeli “a vivere illuminati dalla verità di Cristo, professando la fede con gioia, coerenza e semplicità, in casa, nel lavoro e nell’impegno come cittadini”: “Che la gioia di sentirvi figli amati di Dio vi spinga anche ad un amore sempre più profondo per la Chiesa, collaborando con essa nella sua opera di portare Cristo a tutti gli uomini. Pregate il Padrone della messe, perché molti giovani si consacrino a questa missione nel ministero sacerdotale e nella vita consacrata: oggi, come sempre, vale la pena dedicarsi per tutta la vita a proporre la novità del Vangelo”. Il Papa ha infine espresso il suo ringraziamento “a tutti i cattolici spagnoli per la generosità con la quale sostengono tante istituzioni di carità e di promozione umana”, invitando a non stancarsi “di mantenere queste opere, che apportano beneficio a tutta la società, e la cui efficacia si è manifestata in modo speciale nell’attuale crisi economica, così come in occasione delle gravi calamità naturali che hanno colpito vari Paesi”.
Il Pontefice ha ricordato che i ''cristiani andarono in pellegrinaggio, anzitutto, nei luoghi legati alla passione, morte e resurrezione del Signore, in Terra Santa. Poi a Roma, città del martirio di Pietro e Paolo, e anche a Compostela, che, unita alla memoria di San Giacomo, ha accolto pellegrini di tutto il mondo, desiderosi di rafforzare il loro spirito con la testimonianza di fede e amore dell'Apostolo''.
Nel suo saluto al Papa, mons. Julián Barrio Barrio, arcivescovo di Santiago de Compostela, ha confessato la gioia per il fatto che “il Successore di Pietro venga a venerare la tomba del protomartire tra gli Apostoli”, “pregando qui per tutta la Chiesa”. Il presule ha ringraziato il Pontefice per “la finezza spirituale, la profondità intellettuale e la fermezza evangelica con cui sta guidando la barca di Pietro”. “Nella sua persona, il Signore ci ha dato il dono dell''umile lavoratore della sua vigna', disposto giorno dopo giorno a bere il suo calice, spendendo la propria vita per la conversione, la purificazione e la santificazione dei figli della Chiesa”. “L'Anno Santo Compostelano che stiamo celebrando è un appello alla speranza cristiana”, ha ricordato, sottolineando che “San Giacomo è il referente della speranza che dà senso, vigore e impulso alla fede, proiettandola giorno dopo giorno verso la sua meta definitiva”. “Come Papa pellegrino a Santiago, viene oggi da noi portando la bandiera del principio della speranza”, ha concluso mons. Barrio. Prima della benedizione, il Papa ha accesso il celebre Botafumeiro, l'incensiere della Cattedrale di Compostella, famoso perchè il più grande incensiere del mondo, viene fatto oscillare dai "tiraboleiros" che lo issano fino a 22 metri d'altezza nella croce della navata centrale e quindi, con un sistema di corde e carrucole, gli imprimono un moto pendolare, fino a fargli sfiorare il soffitto delle navate ad una velocità di circa 70 km/h. Il Papa si è quindi trasferito nell’arcivescovado per il pranzo con i cardinali, il seguito e i membri del comitato esecutivo della Conferenza Episcopale spagnola.

Korazym, Asca, Zenit