Papa Benedetto XVI è atterrato intorno alle 11.30 all'Aeroporto internazionale di Santiago de Compostela, in Spagna, dove ha inizio il viaggio di due giorni che toccherà anche Barcellona, il 18° viaggio apostolico di Benedetto XVI. Vengo come pellegrino per esortare la Spagna e l’Europa a dare nuovo vigore alle loro radici cristiane: arrivando in Galizia il Santo Padre ha ricordato come la tradizione cristiana e il Vangelo abbiano segnato indelebilmente la Spagna e il Vecchio Continente. Il Pontefice è stato accolto dalle Altezze Reali i Principi delle Asturie Felipe di Spagna e la Consorte Letizia e dall'Arcivescovo di Santiago de Compostela, mons. Julia'n Barrio Barrio. Erano inoltre presenti Autorità politiche del Governo Centrale, dell'Autonomia della Galizia e del Comune di Santiago, i cardinali spagnoli e il Comitato esecutivo della Conferenza Episcopale Spagnola, con alcune centinaia di fedeli. Dopo gli onori militari e l'esecuzione degli inni nazionali e dopo il discorso del principe Felipe, Benedetto XVI ha preso la parola: “Nel più profondo del suo essere l’uomo è sempre in cammino e alla ricerca della verità”. Un Papa pellegrino in cammino con la Chiesa e l’umanità, che da sempre cerca la verità. La Chiesa è in cammino, ha detto il Santo Padre, e nel contempo compie il proprio cammino interiore, quello che la conduce attraverso la fede, la speranza e l’amore, a farsi trasparenza di Cristo per il mondo, essere in mezzo agli uomini, presenza di Cristo. “Anch’io – ha detto il Papa - mi sono messo in cammino per confermare nella fede i miei fratelli. Vengo come pellegrino in questo Anno Santo Compostelano e porto nel cuore lo stesso amore a Cristo che spingeva l’Apostolo Paolo a intraprendere i suoi viaggi, con l’anelito di giungere anche in Spagna”.
Benedetto XVI ha espresso il desiderio di unirsi alla grande schiera di pellegrini, uomini e donne che, nei secoli sono venuti da ogni angolo del mondo a Compostela sulla tomba dell’apostolo Giacomo. "Essi – ha indicato il Papa - con le orme dei loro passi hanno creato una via di cultura, preghiera, conversione, concretizzatasi in chiese e ospedali, in ostelli, ponti e monasteri". In questa maniera, ha proseguito, la Spagna e l’Europa svilupparono una fisionomia spirituale marcata in modo indelebile dal Vangelo. Un Papa testimone e messaggero del Vangelo anche per Barcellona, città in cui giungerà in serata “per rinvigorire la fede del suo popolo – definito da Benedetto XVI – “accogliente e dinamico”. “Una fede seminata già agli albori del cristianesimo, e che germinò e crebbe al calore di innumerevoli esempi di santità - Ignazio di Loyola, Teresa di Gesù, Giovanni della Croce, Francesco Saverio - dando origine a tante istituzioni di beneficienza, cultura, educazione”. Fede, ha proseguito il Pontefice, che ispirò il geniale architetto Antoni Gaudí nell’impresa della Sagrada Familia. A tal riguardo il Papa ha espresso la gioia di dedicare domani questa chiesa, “nella quale si riflette tutta la grandezza dello spirito umano che si apre a Dio”. Anche nel XX secolo, ha poi rammentato il Santo Padre, la Spagna ha suscitato nuove istituzioni, gruppi e comunità di vita cristiana e negli ultimi decenni cammina in concordia e unità, in libertà e pace, guardando al futuro con speranza e responsabilità. La Spagna, per Benedetto XVI, ''mossa dal suo ricco patrimonio di valori umani e spirituali, cerca pure di progredire in mezzo alle difficoltà e offrire la sua solidarietà alla comunità internazionale''.
''Come il Servo di Dio Giovanni Paolo II, che da Compostela esortò il Vecchio Continente a dare nuovo vigore alle sue radici cristiane, anch'io vorrei esortare la Spagna e l'Europa a edificare il loro presente e a progettare il loro futuro a partire dalla verità autentica dell'uomo, dalla libertà che rispetta questa verità e mai la ferisce, e dalla giustizia per tutti, iniziando dai più poveri e derelitti''. “Una Spagna e un’Europa - ha detto - non solo preoccupate delle necessità materiali degli uomini, ma anche di quelle morali e sociali, di quelle spirituali e religiose, perché tutte queste sono esigenze autentiche dell’uomo e solo così si opera in modo efficace, integro e fecondo per il suo bene”. Il Papa, nell’entusiasmo generale, non ha mancato di salutare tutti in lingua gallega: “Nell’affidare all’intercessione di San Giacomo Apostolo la mia presenza tra voi, supplico Dio che giunga a tutti la sua benedizione”. Il Principe Felipe, che ha dato il benvenuto al Papa a nome dei reali Juan Carlos e Sofía, ha ricordato nel suo discorso l'importanza delle precedenti due visite a Santiago di Giovanni Paolo II. “Da quelle occasioni è derivato un autentico boom del numero di pellegrini che arrivano a Compostela. Provengono da tutta la Spagna, dal resto d'Europa e dall'America Latina. Arrivano in numero sempre maggiore anche dal resto del mondo, dagli altri continenti, sottolineando così la proiezione e la dimensione universale del Cammino”, ha riconosciuto l'erede al trono. Lo stesso Principe e la moglie hanno compiuto nel maggio scorso varie tappe del Cammino, “questo grande Cammino di incontro e di dialogo, così legato alla nostra storia e alla nostra cultura, che percorre e unisce l'Europa da secoli” e che è stato “il primo progetto europeo comune”. Il Principe ha anche espresso l'apprezzamento degli spagnoli per l'impegno del Papa “nei confronti della pace, della libertà e della dignità dell'essere umano”. “Ci conforta in modo particolare nei tempi complessi e di crisi che vive il mondo. Tempi in cui la guerra e il terrorismo, la fame e la povertà, l'ingiustizia e il dolore richiedono la fermezza, l'impegno personale e lo sforzo dei governanti della Terra e di tutti gli uomini e le donne di buona volontà”.
Radio Vaticana, Asca, Zenit
VIAGGIO APOSTOLICO A SANTIAGO DE COMPOSTELA E BARCELONA (6 - 7 NOVEMBRE 2010) (II) - il testo integrale del discorso del Papa