Quindi la visita è proseguita al piano superiore lungo diverse sale, da quella di consultazione degli stampati a quella di consultazione dei manoscritti, nelle quali Benedetto XVI ha potuto prendere visione sia della rinnovata estetica della Biblioteca dei Papi, sia di alcuni pezzi pregiati di vario genere. Tra quelli di rilievo mostrati al Papa un incunabolo, cioè un libro realizzato con la stampa a caratteri mobili dell’epoca di Gutenberg, due monete e una stampa antica, due manoscritti e un documento d’archivio. Da un cassetto sono stati mostrati due papiri al Pontefice, il quale in due successive soste all’interno dell’Archivio fotografico e del Laboratorio di restauro ha ascoltato una breve presentazione dei lavori e degli apparati curati da entrambi le sezioni. Poco prima, nell’Ufficio del prefetto sono stati mostrati a Benedetto XVI alcuni doni simbolici: una medaglia fusa in bronzo commemorativa della riapertura della Biblioteca Apostolica, coniata da Collezioni Numismatiche e offerta dalla ditta Pessina, l“Agenda 2011” della Biblioteca con raffigurazioni di manoscritti, stampe e medaglie della Biblioteca, rilegata in pelle bianca, e infine una pubblicazione delle Romite ambrosiane dell’Ordine di Sant’Ambrogio ad Nemus, nei presi di Varese, dal titolo “La casa sulla roccia”. In ogni ufficio o sala, il Papa non ha mancato di salutare responsabili, impiegati e collaboratori. In ciascuno, ha spiegato il viceprefetto Ambrogio Piazzoni, accanto agli impegni del lavoro quotidiano convive una chiara coscienza: “Naturalmente, la nostra consapevolezza è molto alta per quanto riguarda il nostro servizio al ministero petrino – come l’ha definito lui stesso – specialmente nel senso che conserviamo qui alcuni testi che sono veramente importanti, direi fondamentali, ad esempio per quanto riguarda la storia del testo della Bibbia: noi abbiamo alcuni dei tre manoscritti più antichi".
"Senza dimenticare, però, che la funzione della Biblioteca non è – strettamente parlando – solamente di carattere religioso: nel senso che, tutto ciò che noi conserviamo, a partire dai manoscritti, ma anche i libri antichi e i libri moderni che abbiamo, sono una testimonianza della cultura dell’umanità in generale, non soltanto della religione cristiana. E quindi, la funzione è ancor più accresciuta in questa apertura a tutto il sapere dell’umanità: quello passato, quello presente e – speriamo – anche quello futuro". Nella lettera del novembre scorso, con la quale si complimentava con il cardinale Farina per la riapertura della Biblioteca Apostolica, Benedetto XVI sottolineava la sua “vocazione” alla custodia e alla valorizzazione della cultura prodotto dall’uomo in senso ampio, non solo religioso. Ciò perché, affermava, “nulla di quanto è veramente umano è estraneo alla Chiesa”. Con questi sentimenti, il Pontefice si è congedato al termine della visita: “Cari amici, vorrei dire grazie per il vostro lavoro. Nel mio messaggio per la Biblioteca, ho già detto quanto penso circa la necessità e la grande importanza della Biblioteca. Quindi, concludo con la mia benedizione e buon Natale a tutti voi. Grazie!”.
Radio Vaticana