lunedì 3 gennaio 2011

Il 5 gennaio Benedetto XVI tra i piccoli del Centro per la cura e l'assistenza al bambino con spina bifida del Policlinico Gemelli

Per i piccoli degenti del Policlinico universitario Agostino Gemelli (foto) la vigilia dell’Epifania sarà un giorno speciale, anche se trascorso in ospedale: alle 17.00 riceveranno infatti la visita di un ospite d’eccezione come il Papa. Benedetto XVI porterà doni ai bambini ricoverati presso i reparti pediatrici e benedirà il Day Hospital, aperto lo scorso novembre, del Centro per la cura e l’assistenza al bambino con spina bifida. "Stiamo aspettando con gioia il Santo Padre e abbiamo preparato i regali per lui, ma non posso rivelare di che si tratta: è una sorpresa", dice la dottoressa Claudia Rendeli, coordinatrice del Day Hospital e del Centro. Una struttura nata nel 1989, che segue circa 700 pazienti non solo di tutto il Lazio, ma in arrivo anche da diverse regioni, "soprattutto Calabria, Puglia, Sicilia, Sardegna, dove mancano centri multidisciplinari - informa la dottoressa -, mentre da noi le famiglie trovano un’équipe con i vari specialisti che consentono una presa in carico globale del paziente". Bambini e ragazzi, quindi, sono seguiti fino alla soglia della maggiore età e ancor prima di nascere. Perché si può prevenire la malformazione della spina bifida "con una corretta somministrazione dell’acido folico qualche mese prima della gravidanza fino a tutto il primo trimestre: occorre informare di più a riguardo le coppie che decidono di avere un figlio - riferisce Rendeli -. Inoltre è fondamentale intervenire tempestivamente sul neonato per limitare le complicanze legate alla patologia". Una situazione difficile da sostenere da soli: oltre al supporto psicologico, per le famiglie c’è un’associazione di genitori di bambini con spina bifida e idrocefalo, "La strada per l’arcobaleno onlus", nata nel 1998 grazie all’iniziativa di un gruppo di genitori di piccoli ricoverati presso il Centro del Gemelli. "Lavoriamo in stretta collaborazione", afferma la dottoressa, sottolineando l’importanza di un graduale percorso di autonomia dei pazienti, durante l’adolescenza, "perché spesso mamme e papà sono iperprotettivi nei confronti dei figli disabili e fanno fatica a tagliare il cordone ombelicale". Il Centro per la spina bifida e il relativo Day Hospital si trovano presso il Dipartimento di scienze pediatriche medicochirurgiche e neuroscienze dello sviluppo, diretto dal professore Costantino Romagnoli. "Siamo molto emozionati: io e la dottoressa Rendeli avevamo inviato un invito al Pontefice ma non ci aspettavamo una risposta così immediata; la sua sarà la prima visita al Gemelli di carattere privato e non istituzionale, perché vuole incontrare soprattutto i bambini", sottolinea. Ne incontrerà una trentina, al quinto piano, passando anche nel reparto di terapia intensiva neonatale, dove lo attenderà il personale in servizio e qualche genitore; nell’atrio, prima di congedarsi, "alcuni bambini gli dedicheranno un canto e un messaggio". Due targhe ricorderanno l’evento "per noi storico: per la prima volta un Papa visiterà i reparti di pediatria del Policlinico; Giovanni Paolo II si era affacciato nei reparti di oncologia e neurochirurgia pediatrica, al decimo piano, attigui a quello in cui era ricoverato". L’attesa visita del Pontefice concluderà le numerose iniziative che il Gemelli ha promosso durante le festività natalizie per rendere più accogliente l’ospedale ai degenti e ai loro familiari. Nella hall si sono svolte presentazioni di libri, proiezioni di film, momenti di svago animati da personaggi dello spettacolo. Un tentativo di "alleggerire il peso emotivo connesso al ricovero", fa notare Cesare Catananti, direttore del Gemelli, che ci tiene a ringraziare chi decide di "condividere in spirito di solidarietà il suo tempo con le persone malate e i loro familiari".

Laura Badaracchi, RomaSette.it