lunedì 24 gennaio 2011

Il Papa: l'impegno per l’unità porta frutti solo se trova le radici nella preghiera comune. La meta sembra lontana ma guardiamo al futuro con speranza

Papa Benedetto XVI ha ricevuto questa mattina in udienza la Chiesa evangelica luterana unita in Germania, in visita a Roma, guidata da Johannes Friedrich, presidente della Conferenza Episcopale luterana di Germania e vescovo della Chiesa di Baviera. Il Papa si è rallegrato per la visita al termine della settimana di preghiera per l’unità dei cristiani: “I nostri sforzi per l’unità – ha detto - possono portare frutto solo se si basano sulla preghiera comune”. Ringraziando Friedrich per le parole “che esprimono con grande sincerità gli sforzi comuni per un’unità più profonda tra tutti i cristiani”, Benedetto XVI ha considerato che dopo più di cinquanta anni di lavoro intenso nel dialogo ufficiale tra luterani e cattolici “nonostante le differenze teologiche tutt’ora esistenti su questioni in parte fondamentali si è sviluppata una coesistenza che diventa sempre più una base della comunità tra luterani e cattolici, vissuta nella fede e nella spiritualità. Ciò che è già stato raggiunto rafforza la nostra fiducia per proseguire il dialogo, poiché solo così possiamo restare sulla strada in cui Gesù Cristo si è manifestato”. Il Papa ha aggiunto, citando l'Enciclica “Ut unum sint” di Giovanni Paolo II, che “l’obbligo della Chiesa Cattolica verso l’ecumenismo non è una strategia comunicativa in un mondo che cambia, bensì un impegno fondamentale della Chiesa che scaturisce dalla sua missione”. Secondo Benedetto XVI “a certi contemporanei, lo scopo comune dell’unità completa e visibile dei cristiani sembra oggi essere nuovamente lontana”. Nel dialogo, infatti, “gli interlocutori dell’ecumenismo manifestano concezioni molto diverse di unità della Chiesa” e “condivido la preoccupazione di molti cristiani, secondo cui i frutti del lavoro ecumenico, soprattutto in termini di comprensione della Chiesa, non vengono ancora recepiti in misura sufficiente dagli interlocutori ecumenici”. Tuttavia, ha osservato il Papa, “guardiamo con speranza al futuro”. “Abbiamo fiducia nel fatto che, guidato dallo Spirito Santo, il dialogo ecumenico, in qualità di strumento importante nella vita della Chiesa, possa servire a superare questa contraddizione”, primariamente, ha afferma il Pontefice, “tramite il dialogo teologico che deve contribuire alla comprensione nelle questioni aperte che rappresentano un ostacolo al cammino verso l’unità visibile e verso la celebrazione comune dell’Eucaristia quale sacramento dell’unità tra i cristiani”. Il Papa si è rallegrato per il fatto che dal 2009 in Germania “una commissione bilaterale per il dialogo tra la Conferenza episcopale tedesca e la Chiesa evangelica luterana unita in Germania abbia ripreso i lavori sul tema ‘Dio e la dignità umana’”. Per Benedetto XVI, il tema “Dio e la dignità dell’uomo” nel dialogo con i Luterani comprende i problemi “relativi alla tutela e alla dignità della vita umana, nonché le questioni urgenti in materia di famiglia, matrimonio e sessualità che non possono essere taciuti o ignorati solo per non mettere a repentaglio il consenso ecumenico finora raggiunto”. “Sarebbe deplorevole”, ha sottolineato il Papa, “se su queste importanti questioni relative alla vita dovessero sorgere nuove differenze confessionali”. Il Santo Padre ha poi ricordato come “oggi, il dialogo ecumenico non può essere più separato dalla realtà e dalla vita della fede nelle nostre Chiese” ed ha menzionato il 2017, quinto centenario delle tesi di Martin Lutero, che darà a luterani e cattolici “la possibilità di fare una riflessione ecumenica comune, non sotto forma di celebrazione ecumenica, bensì come riconoscimento della nostra fede nel Dio trinitario”. In quell’occasione, “dovranno avere un posto importante la preghiera comune e la richiesta accorata al nostro Signore Gesù Cristo di perdonarci per i torti reciproci e per la colpa della divisioni” con “uno scambio reciproco su come valutiamo i 1500 anni che hanno preceduto la Riforma e che abbiamo in comune”. Il Papa ha concluso chiedendo il sostegno dello Spirito “per compiere ulteriori passi verso l’unità desiderata e non restare fermi in ciò che è stato raggiunto”.