domenica 2 gennaio 2011

Il Papa: il Verbo è una realtà vivente, un Dio che si comunica facendosi Egli stesso uomo. Il saluto alle famiglie spagnole riunite a Madrid

“Rinnovo a tutti i miei auguri per il nuovo anno e ringrazio quanti mi hanno inviato messaggi di spirituale vicinanza”. Così ha esordito questa mattina Benedetto XVI, all’Angelus della prima domenica del 2011. Il prologo del Vangelo di San Giovanni, proposto in questa II Domenica dopo Natale dalla Liturgia, “esprime, nella forma di un inno, il mistero dell’incarnazione, predicato dai testimoni oculari, gli apostoli, in particolare da Giovanni”. Afferma San Cromazio di Aquileia che “Giovanni era il più giovane di tutti i discepoli del Signore; il più giovane per età, ma già anziano per la fede”, ha ricordato il Pontefice, per il quale “quando leggiamo: ‘In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio’, l’evangelista – paragonato tradizionalmente ad un’aquila – si eleva al di sopra della storia umana scrutando le profondità di Dio; ma ben presto, seguendo il suo Maestro, ritorna alla dimensione terrena dicendo: ‘E il Verbo si fece carne’”. Il Verbo, ha spiegato il Santo Padre, è “una realtà vivente: un Dio che...si comunica facendosi Egli stesso uomo”. Il Papa ha quindi ricordato un commento di San Leone Magno: “Egli si è abbassato ad assumere l’umiltà della nostra condizione senza che ne fosse diminuita la sua maestà” e di Sant’Agostino: “Qual è la prima grazia che abbiamo ricevuto? È la fede. La seconda grazia è la vita eterna”. Poi l’ampio saluto ai partecipanti alla manifestazione spagnola intitolata” La famiglia cristiana, speranza per l’Europa”: “Saluto con affetto i numerosi vescovi e fedeli riuniti a Plaza de Colón, a Madrid, per celebrare con gioia il valore del matrimonio e della famiglia”. Il Papa ha invitato “a essere forti nell’amore e a contemplare con umiltà il mistero della Natività, che continua a parlare al cuore e diventa scuola di vita familiare e fraterna. Lo sguardo materno della Vergine Maria, la amorevole protezione di San Giuseppe e la dolce presenza del Bambino Gesù sono una immagine nitida di quello che deve essere ciascuna famiglia cristiana, autentici santuari di fedeltà, rispetto e comprensione, nei quali si trasmette la fede, si rafforza la speranza e si incarna la carità”. “Invito tutti – ha proseguito - a vivere con rinnovato entusiasmo la vocazione cristiana al matrimonio come genuini servitori dell’amore che accoglie, accompagna e difende la vita”. “Fate delle vostre case – è stata l’esortazione - una vera sorgente di virtù e uno spazio sereno e luminoso di fede, nel quale guidati dalla grazia di Dio si possa sapientemente discernere la chiamata del Signore, che continua a invitarci a seguirlo”. Il Pontefice ha affidato alla Sacra Famiglia di Nazaret “i propositi e i frutti di questo incontro”.
Nei saluti in varie lingue il Papa torna a fare gli auguri per il nuovo anno incoraggiando tutti, in francese, a “lasciarsi guidare verso Gesù luce del mondo”; in inglese, a riconoscere “la presenza di Gesù che ci porta grazia e verità”; in spagnolo, l’invito ad “aprirci al mistero dell’amore infinito di Dio”; in polacco, l’invito a “lodare l’eterna saggezza di Dio” e a “ringraziare per la benedizione che ci ha donato nel verbo incarnato”. In italiano un saluto particolare ai gruppi parrocchiali di Grandate e Palanzo presso Como e di Asola e alla fraterna Domus di Roma. A tutti auguri di pace e di bene per questa prima domenica del nuovo anno.

SIR, Radio Vaticana