domenica 16 gennaio 2011

Il Papa: formare un'unica famiglia, la meta del grande viaggio dell’umanità, con tutte le differenze ma senza barriere, riconoscendoci tutti fratelli

Formare un’unica famiglia è “la meta del grande viaggio dell’umanità attraverso i secoli", "naturalmente con tutte le differenze che la arricchiscono, ma senza barriere, riconoscendoci tutti fratelli”, evocata dal Messaggio per l’odierna Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato: è quanto Papa Benedetto XVI ha ricordato nelle parole che ha rivolto alle 20mila persone presenti questa mattina in Piazza San Pietro per la recita dell’Angelus. La migrazione, ha detto, “a volte è volontaria, altre volte, purtroppo, è forzata da guerre o persecuzioni, e avviene spesso, come sappiamo, in condizioni drammatiche”. “Talvolta, purtroppo – ha proseguito - i cristiani si sentono costretti a lasciare, con sofferenza, la loro terra, impoverendo così i Paesi in cui sono vissuti i loro avi. D’altra parte, gli spostamenti volontari dei cristiani, per diversi motivi, da una città all’altra, da un Paese all’altro, da un continente all’altro, sono occasione per incrementare il dinamismo missionario della Parola di Dio e fanno sì che la testimonianza della fede circoli maggiormente nel Corpo mistico di Cristo, attraversando i popoli e le culture, e raggiungendo nuove frontiere, nuovi ambienti”. Il tema del Messaggio papale per la Giornata, “Una sola famiglia umana”, affermando che “tutti i popoli costituiscono una sola comunità”, implica che “è fondamentale che i cristiani, pur essendo sparsi in tutto il mondo e, perciò, diversi per culture e tradizioni, siano una cosa sola, come vuole il Signore. E’ questo lo scopo della “Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani”, che avrà luogo nei prossimi giorni, dal 18 al 25 gennaio. Quest’anno essa si ispira ad un passo degli Atti degli Apostoli: “Uniti nell’insegnamento degli apostoli, nella comunione, nello spezzare il pane e nella preghiera”. L’Ottavario per l’unità dei cristiani è preceduto, domani, dalla Giornata del dialogo ebraico-cristiano: un accostamento molto significativo, che richiama l’importanza delle radici comuni che uniscono ebrei e cristiani. Nel rivolgerci alla Vergine Maria, con la preghiera dell’Angelus, affidiamo alla sua protezione tutti i migranti e quanti si impegnano in un lavoro pastorale in mezzo a loro”.

AsiaNews