venerdì 28 gennaio 2011

Tauran: per progredire nel dialogo con l'islam parlarsi da persona a persona, non attraverso i giornali. Nelle parole del Papa mai il minimo disprezzo

Dopo che l'università islamica egiziana al Azhar ha sospeso il dialogo con il Vaticano per protesta con le dichiarazioni del Papa in merito agli attentati contro i copti di Alessandria, presidente del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso, card. Jean-Louis Tauran, caldeggia che questo dialogo prosegua, "non attraverso i giornali". "Se vogliamo progredire nel dialogo - afferma il porporato francese in un'intervista a L'Osservatore Romano - si deve prima di tutto trovare il tempo di sedersi e parlarsi da persona a persona, non attraverso i giornali". Spiega Tauran: "Desideriamo capire bene quali siano i motivi che hanno potuto spingere il Consiglio dell'Accademia delle Ricerche Islamiche di Al Azhar, il 20 gennaio scorso, a 'congelare' il dialogo con noi. Penso che una lettura attenta delle parole di Benedetto XVI nel messaggio per la Giornata della Pace 2011, nonché del suo discorso al Corpo Diplomatico del 10 gennaio, possa aiutare a dissipare i malintesi. Da questi due testi, si capisce bene che il Papa si rifà ai valori universali e perciò, nel parlare del rispetto effettivo dei diritti e delle libertà della persona umana, egli non commette alcuna ingerenza in questioni che non sono di sua competenza". Per Tauran, più in generale, non c'è "niente di più falso" che sostenere che il Papa non ami l'islam. "Non ho mai trovato nelle parole di Benedetto XVI il minimo disprezzo per l'islam. Ricordiamoci che a dialogare non sono le religioni, ma i credenti, che sono un misto di bene e di male. Non sono le religioni a essere violente, ma semmai i loro seguaci". "Il Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso comunque continuerà ad accogliere con amicizia chi vuole entrare in conversazione con la Chiesa Cattolica e diciamo ai nostri amici che apprezziamo quanto hanno fatto e fanno con coraggio e costanza per mantenere le antiche usanze di buon vicinato con i seguaci delle altre religioni. Quindi, per il momento, tutti i nostri appuntamenti restano validi, compreso quello di febbraio con i nostri partner del Cairo".