La famiglia dei convertiti dall’anglicanesimo al cattolicesimo si allarga ogni giorno di più. Merito di quell’Ordinariato personale di Nostra Signora di Walsingham che si sta rivelando efficace strumento di apostolato concreto. Anzi, una vera e propria “casa comune” per quell’esercito di “cristiani separati” che di fatto lo attendeva da tempo. Dopo numerosi anglo-cattolici (cosa non automatica, ma in un certo senso facile), ora è la volta (in tesi più ardua) della Chiesa Cattolica Anglo-Luterana (ALCC), come annuncia ufficialmente la sua massima autorità, l’arcivescovo metropolita Irl Allen Gladfelter di Kansas City, nel Missouri. Tutto è iniziato il 13 maggio 2009 quando l’ALCC scrisse al card. Walter Kasper, presidente del Pontificio Consiglio per l’Unità dei cristiani, affermando di voler "cancellare gli errori del padre Martin Lutero per tornare all’Unica, Santa e Vera Chiesa Cattolica, fondata da Nostro Signore Gesù Cristo attraverso il beato San Pietro". Giratale la lettera per competenza, la Congregazione per la Dottrina della Fede rispose in giugno assicurando piena attenzione. Poi venne la grazia, come dicono i membri della Comunione Anglicana che oggi si convertono, della Costituzione Apostolica "Anglicanorum coetibus", promulgata il 4 novembre dello stesso anno proprio per favorire l’istituzione di quegli Ordinariati personali che, sul modello di quello intitolato alla Vergine di Walsingham per il Regno Unito, stanno ora facendo con successo il giro del mondo. L’ALCC salutò l’evento con enorme favore e ne benedì gli effetti positivi esercitati su quei suoi fratelli e su quelle sue sorelle anglicani che per tramite di esso scelsero la comunione piena con Roma, ma quanto a sé se ne astenne elegantemente in nome della propria ascendenza luterana. E in attesa di una risposta diretta alla famosa lettera. Fu così che in ottobre l’arcivescovo Luis Francisco Ladaria Ferrer, segretario della Congregazione per la Dottrina della Fede, ebbe a informare l’ALCC che negli Stati Uniti era stato nominato un delegato episcopale, il card. Donald William Wuerl, con l’incarico preciso di assistere la stessa Congregazione nell’attuazione dell’"Anglicanorum coetibus" e che quindi i cattolici anglo-luterani statunitensi prendessero direttamente contatto con lui. "Sì!" è stata la risposta immediata del metropolita Gladfelter a nome del suo clero e del suo gregge. Ebbene, il 21 febbraio il metropolita Gladfelter ha reso ora pubblico l’invito rivoltogli dalla Chiesa Cattolica ad entrare nell’Ordinariato nordamericano, con tanto di risposta affermativa. Lo ha fatto con una e-mail inviata al suo amico don Christopher G. Phillips, che ne ha dato notizia sul blog The Anglo-Catholic. Don Phillips è parroco della chiesa cattolica di Our Lady of the Atonement di San Antonio, Texas; già ministro di culto anglicano in Inghilterra, poi episcopaliano negli Stati Uniti, si è convertito al cattolicesimo nel 1981 e due anni dopo, nonostante moglie e cinque figli, è stato ordinato sacerdote cattolico. E il blog The Anglo-Catholic è moderato da Christian Clay Columba Campbell, cattolico, direttore esecutivo della Three Fish Consulting che si occupa d’informatica a Orlando, la nota città della Florida dove pure sorge quella cattedrale dell’Incarnazione presso cui Campbell è attivissimo avendo tra l’altro organizzato il pellegrinaggio di conversione con cui la parrocchia, già episcopaliana, è diventata cattolica. Nel nome dell’"Anglicanorum Coetibus". Perché, come ama ricordare il metropolita Gladfelter, l’ex anglicano e oggi Beato della Chiesa Cattolica John Henry Newman disse un tempo: "Approfondire la storia significa smettere di essere protestanti".