Radio Vaticana, Agi, Facoltà Teologica del Triveneto
giovedì 17 febbraio 2011
Mons. Müller: Benedetto XVI Come Leone I Magno, gli scritti uniscono le cognizioni scientifiche della teologia alla figura di una fede viva e vissuta
“La fondazione sacramentale dell’esistenza cristiana” è il tema del Convegno organizzato questa mattina a Padova dalla Facoltà teologica del Triveneto, dedicato all’Opera Omnia di Joseph Ratzinger, aperta dal volume “Teologia sulla Liturgia”. L’incontro è stato aperto dal preside prof. Andrea Toniolo, che ha introdotto la Lectio Magistralis affidata al vescovo di Ratisbona, Gerhard Ludwig Müller (nella foto con Benedetto XVI), dal titolo “Una visione di teologia per oggi”. L'opera teologica e il Magistero di Papa Ratzinger, ha detto il presule, spingono a paragonarlo a Papa Leone I Magno, "il formulatore della cognizione decisiva per la confessione cristologica del concilio di Calcedonia". "Da pià di cinquant'anni - rileva - al nome di Joseph Ratzinger si ricollega un'originale visione d’insieme della teologia sistematica. I suoi scritti uniscono le cognizioni scientifiche della teologia alla figura di una fede viva e vissuta. Tematiche complesse non vengono assoggettate a una complicata riflessione e quindi sottratte alla comprensione comune, bensì rese trasparenti nella loro intima linearità". Secondo l'arcivescovo Müller, "Ratisbona ha un posto particolare nella storia del professore di teologia destinato a salire al Soglio di Pietro dopo Giovanni Paolo II. Nella sua carriera accademica - infatti - il prof. Ratzinger ha ricoperto incarichi presso le scuole superiori e le università di Frisinga, Bonn, Munster e Tubinga, approdando infine a Ratisbona, dove operò dal 1969 fino alla nomina ad arcivescovo di Monaco e Frisinga nel 1977". "Alla città e alla diocesi di Ratisbona l'allora card. Ratzinger - rileva l'attuale arcivescovo - rimase legato anche nel lungo periodo in cui fu prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede: regolarmente vi si recava a far visita al fratello Georg. Indimenticabili anche le sue omelie in Duomo in occasione delle più svariate festività liturgiche. I suoi genitori, Joseph e Maria Ratzinger, e la sorella Maria sono sepolti nel cimitero di Regensburg- Ziegetsdorf". In proposito, mons. Muller cita quanto lo stesso Papa Ratzinger ha detto sulla città universitaria tedesca: "'Dopo tanti anni movimentati in diverse sedi e mansioni eravamo nuovamente a casa', disse una volta a proposito di Pentling, il suo domicilio alle porte della città". A Ratisbona, poi, è indissolubilmente legato il nome di Benedetto XVI perchè "durante la visita pastorale del 2006 nella nativa Baviera, con la sua Regensburger Vorlesung il Papa sottolineava ancora una volta l’intima connessione di fede e ragione. Tanto la ragione che la fede non sono considerabili, né sono in grado di raggiungere il rispettivo traguardo, indipendentemente l'una dall'altra. Correggendosi e purificandosi a vicenda, la ragione e la fede si salvaguardano da pericolose patologie". In tal senso, per il presule, "Papa Benedetto XVI si riallaccia alla grande tradizione delle scienze teologiche, che nella struttura globale dell'università possono fungere da elemento di connessione". Così Ratisbona è divenuta il centro che si propone di raccogliere e tutelare l’Opera omnia di Papa Ratzinger, attività di cui il Papa ha incaricato personalmente il vescovo Müller, che per questo ha fondato l’Istituto Papa Benedetto XVI. "L'elaborazione del progetto editoriale complessivo è stata strettamente concordata con Benedetto XVI. Ogni singolo tomo è autorizzato personalmente dal Santo Padre, sia per quanto concerne il complesso tematico che la scelta dei testi. L'obiettivo è l'esaustività dell'opera: una presentazione il più possibile completa dell'opera già pubblicata, integrata da testi finora inediti o non ancora apparsi in tedesco, secondo un ordinamento sistematico che instaura un legame tra gli aspetti cronologici e quelli tematici". È poi intervenuto don Luigi Girardi, preside dell’Istituto di liturgia pastorale di Santa Giustina di Padova, che ha evidenziato come l’iniziare dalla Liturgia da parte di Joseph Ratzinger per la traduzione de suoi scritti sia un preciso richiamo al Concilio Vaticano II: "È un ordine di priorità, – ha detto – è mettere prima di tutto Dio: è la posizione dell’uomo che corrisponde a Dio, con la giusta adorazione della sua gloria. Il papa ha scelto la liturgia come luogo del primato vissuto e dato a Dio". Altra sottolineatura è stata fatta sul rigore di argomentazione e sulla grande chiarezza espositiva degli scritti, che fanno di Joseph Ratzinger un interlocutore di grande spessore: "Dovremmo imparare dal suo argomentare con rigore e passione – ha detto Girardi – perché la passione del teologo rende fecondo il dibattito nella Chiesa". Altri due passaggi dell’intervento del liturgista di Santa Giustina hanno toccato i temi del rito e della musica sacra. "Il teologo mette in guardia dal pericolo di una celebrazione che sia autoreferenziale: la Liturgia non è “creata” dal celebrante, ma siamo “nel” rito, attivi in quanto destinatari". Infine, anche in scritti che possono apparire marginali come quelli sulla musica sacra, "sono comunque evidenti la sensibilità e la passione dell’autore nel ritrovare una visione della liturgia: anche il linguaggio musicale è un investire sulla forma celebrativa perché sia all’altezza del mistero che deve esprimere". A chiudere la mattinata il saluto del vice gran cancelliere della Facoltà, il vescovo di Padova mons. Antonio Mattiazzo, che ha definito il volume Teologia della Liturgia "una provocazione e uno stimolo, anche per la Facoltà e suoi docenti, a essere davvero ricercatori e cultori di Dio e della sapienza, e a viverla nella Liturgia".