“La cenere benedetta imposta sul nostro capo è un segno che ci ricorda la nostra condizione di creature, ci invita alla penitenza e ad intensificare l’impegno di conversione per seguire sempre di più il Signore”. “La Quaresima è un cammino, è accompagnare Gesù che sale a Gerusalemme, luogo del compimento del suo mistero di passione, morte e resurrezione”. Questo itinerario di fede, ha sottolineato Benedetto XVI, “ci ricorda che la vita cristiana è una ‘via’ da percorrere, consistente non tanto in una legge da osservare, ma nella persona stessa di Cristo, da incontrare, da accogliere, da seguire”. “Gesù infatti ci dice: ‘Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua’”. Ed è soprattutto la Liturgia, ha ricordato il Papa, a condurci in questo cammino con il Signore, per ripercorrere gli eventi che ci hanno portato la salvezza, ma “non come una semplice commemorazione, un ricordo di fatti passati”, perché “nelle azioni liturgiche”, “quegli avvenimenti salvifici diventano attuali”. Infatti, ha precisato il Papa, “c’è una parola-chiave che ricorre spesso nella Liturgia per indicare questo: la parola ‘oggi’; ed essa va intesa in senso originario e concreto, non metaforico”. Nelle domeniche di Quaresima, ha proseguito il Pontefice, “siamo introdotti a vivere un itinerario battesimale, quasi a ripercorrere il cammino dei catecumeni, di coloro che si preparano a ricevere il Battesimo, per ravvivare in noi questo dono e per far in modo che la nostra vita recuperi le esigenze e gli impegni di questo Sacramento, che è alla base della nostra vita cristiana”. “Partecipare alla Liturgia significa allora immergere la propria vita nel mistero di Cristo, percorrere un cammino in cui entriamo nella sua morte e risurrezione per avere la vita”. L’itinerario che ogni cristiano è chiamato a percorrere durante la Quaresima, ha sottolineato il Papa, “è caratterizzato, nella tradizione della Chiesa, da alcune pratiche: il digiuno, l’elemosina e la preghiera”. “Il digiuno significa l’astinenza dal cibo, ma comprende altre forme di privazione per una vita più sobria. Tutto questo però non è ancora la realtà piena del digiuno: è il segno esterno di una realtà interiore – ha aggiunto -, del nostro impegno, con l’aiuto di Dio, di astenerci dal male e di vivere del Vangelo. Non digiuna veramente chi non sa nutrirsi della Parola di Dio”. Il digiuno, come ricorda san Leone Magno, è legato “strettamente all’elemosina” ma il periodo della Quaresima deve essere anche un “tempo privilegiato per la preghiera”. “La Chiesa sa che, per la nostra debolezza, è faticoso fare silenzio per mettersi davanti a Dio, e prendere consapevolezza della nostra condizione di creature che dipendono da Lui e di peccatori bisognosi del suo amore; per questo, in Quaresima – ha precisato il Santo Padre -, invita ad una preghiera più fedele ed intensa e ad una prolungata meditazione sulla Parola di Dio”. Infine, Benedetto XVI ha rivolto un appello a “a cogliere l’invito di Cristo a seguirlo in modo più deciso e coerente, rinnovando la grazia e gli impegni del nostro Battesimo, per abbandonare l’uomo vecchio che è in noi e rivestirci di Cristo, per giungere rinnovati alla Pasqua e poter dire con san Paolo ‘non vivo più io, ma Cristo vive in me’. Buon cammino quaresimale a tutti!".
SIR, Radio Vaticana
L’UDIENZA GENERALE - il testo integrale del discorso del Papa