Questa mattina nella Sala Clementina del Palazzo Apostolico Vaticano, Papa Benedetto XVI ha ricevuto in udienza i membri dell’Associazione Nazionale Comuni Italiani (A.N.C.I.). L'udienza, una "tradizione consolidata nel tempo", mette in luce "il particolare legame che esiste tra il Papa, Vescovo di Roma e Primate d'Italia, e la Nazione italiana, la quale ha proprio nella variegata molteplicità di città e paesi una delle sue caratteristiche", ha detto Benedetto XVI nel suo discorso. "La prima idea che viene alla mente incontrando i Rappresentanti dell'Associazione Nazionale Comuni Italiani, è quella dell'origine dei comuni, espressioni di una comunità che si incontra, dialoga, fa festa e progetta insieme, una comunità di credenti che celebra la Liturgia della domenica, e poi si ritrova nelle piazze delle antiche città o, nelle campagne, davanti alla chiesetta del villaggio", ha proseguito Papa Ratzinger che, dopo aver citato Carducci, ha affermato: "E' sempre vivo anche oggi il bisogno di dimorare in una comunità fraterna dove, ad esempio, parrocchia e comune siano ad un tempo artefici di un modus vivendi giusto e solidale, pur in mezzo a tutte le tensioni e sofferenze della vita moderna. La molteplicità dei soggetti, delle situazioni, non è in contraddizione con l'unità della Nazione, che è richiamata dal 150° anniversario che si sta celebrando. Unità e pluralità sono, a diversi livelli, compreso quello ecclesiologico, due valori che si arricchiscono mutuamente, se vengono tenuti nel giusto e reciproco equilibrio". Papa Ratzinger ha indicato due principi che ''consentono questa armonica compresenza tra unità e pluralità'': ''Quelli di sussidiarietà e di solidarietà, tipici dell'insegnamento sociale della Chiesa''. Si tratta di principi, ha aggiunto, che ''vanno applicati anche a livello comunale, in un duplice senso: nel rapporto con le istanze pubbliche statali, regionali e provinciali, così come in quello che le autorità comunali hanno con i corpi sociali e le formazioni intermedie presenti nel territorio''. ''Queste - ha proseguito - ultime svolgono attività di rilevante utilità sociale, essendo fautrici di umanizzazione e di socializzazione, particolarmente dedite alle fasce emarginate e bisognose. Tra esse rientrano numerose realtà ecclesiali, quali le parrocchie, gli oratori, le case religiose, gli istituti cattolici di educazione e di assistenza. Auspico che tale preziosa attività trovi sempre un adeguato apprezzamento e sostegno, anche in termini finanziari''. Il Papa ha poi elogiato il ruolo della "formazioni intermedie presenti nel territorio". "Svolgono - ha detto - attività di rilevante utilità sociale, essendo fautrici di umanizzazione e di socializzazione, particolarmente dedite alle fasce emarginate e bisognose. Tra esse rientrano numerose realtà ecclesiali, quali le parrocchie, gli oratori, le case religiose, gli istituti cattolici di educazione e di assistenza. Auspico - ha aggiunto il Papa - che tale preziosa attività trovi sempre un adeguato apprezzamento e sostegno, anche in termini finanziari". Il Papa ha quindi ribadito che ''la Chiesa non domanda privilegi, ma di poter svolgere liberamente la sua missione, come richiede un effettivo rispetto della libertà religiosa. Essa consente in Italia la collaborazione che esiste fra la comunità civile e quella ecclesiale. Purtroppo, in altri Paesi le minoranze cristiane sono spesso vittime di discriminazioni e di persecuzioni". “Desidero esprimere il mio apprezzamento per la mozione del 3 febbraio 2011, approvata all’unanimità dal vostro Consiglio Nazionale, con l’invito a sensibilizzare i Comuni aderenti all’Associazione nei confronti di tali fenomeni e riaffermando, allo stesso tempo, ‘il carattere innegabile della libertà religiosa quale fondamento della libera e pacifica convivenza tra i popoli’”. Il tema della cittadinanza si colloca oggi ''nel contesto della globalizzazione, che si caratterizza, tra l'altro, per i grandi flussi migratori'' di fronte ai quali ''bisogna saper coniugare solidarietà e rispetto delle leggi, affinchè non venga stravolta la convivenza sociale e si tenga conto dei principi di diritto e della tradizione culturale e anche religiosa da cui trae origine la Nazione italiana''. ''Questa esigenza - ha aggiunto - è avvertita in modo particolare da voi che, come amministratori locali, siete più vicini alla vita quotidiana della gente. Da voi - ha concluso il Pontefice rivolgendosi ai sindaci - si richiede sempre una speciale dedizione nel servizio pubblico che rendete ai cittadini, per essere promotori di collaborazione, di solidarietà e di umanità''.
TMNews, Asca
UDIENZA AI MEMBRI DELL’ASSOCIAZIONE NAZIONALE COMUNI ITALIANI (A.N.C.I.) - il testo integrale del discorso del Papa